William Holden

William Holden

nato il 17.4.1918 a O'Fallon, IL, Stati Uniti d'America

morto il 12.11.1981 a Santa Monica, CA, Stati Uniti d'America

William Holden

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William Holden

William Holden (O'Fallon, 17 aprile 1918  Santa Monica, 12 novembre 1981) è stato un attore statunitense.

Biografia

Gli inizi

Nato ad O'Fallon, nell'Illinois, fu registrato all'anagrafe come William Franklin Beedle Junior; di famiglia benestante (il padre era un chimico industriale e la madre un'insegnante), all'età di tre anni William si trasferì con i genitori a Pasadena (California).

Durante il periodo di studio allo Junior College di Pasadena, partecipò a rappresentazioni per le radio locali e recitò con la compagnia teatrale Pasadena Playhouse, facendosi notare da un talent scout della Paramount Pictures, che nel 1937 lo portò a Hollywood. L'esordio nel cinema avvenne l'anno successivo nel film Prison Farm (1938).

Il primo ruolo da protagonista arrivò nel 1939 con il film Passione - Il ragazzo d'oro, accanto a Barbara Stanwyck[1] e Adolphe Menjou, in cui interpretò il ruolo di un pugile diviso fra la boxe e il desiderio di fare il violinista. Dopo che la Columbia Pictures ebbe rilevato metà del contratto, Holden alternò interpretazioni per le due compagnie in film di scarso valore prima di arruolarsi nei paracadutisti durante la Seconda guerra mondiale.

Il successo

Tornato dalla guerra, dopo alcune commedie di modesto successo, la sua carriera ebbe una svolta decisiva quando Billy Wilder lo chiamò ad interpretare il ruolo di Joe Gillis, lo scrittore-gigolò di belle speranze in Viale del tramonto (1950) accanto a Gloria Swanson. Questo ruolo di "rottura" con il passato determinò la definitiva consacrazione al successo di Holden, che apparve in seguito in una serie di film nei quali seppe unire al bell'aspetto la propensione ai ruoli di eroe cinico e distaccato: la sua strepitosa interpretazione del prigioniero di guerra Sefton in Stalag 17 - L'inferno dei vivi gli fece vincere un Premio Oscar quale migliore attore protagonista.

In seguito fu il tormentato vagabondo Hal Carter in Picnic[2] (1955) e lo sfortunato prigioniero americano di Il ponte sul fiume Kwai (1957). Oltre a questi interpretò con altrettanto successo una serie di ruoli più solari in commedie brillanti, come il giornalista in Nata ieri (1950) o il biondo playboy, fratello minore di Humphrey Bogart, nel celebre Sabrina (1954). Fu ottimo interprete romantico nel ruolo di un corrispondente di guerra in L'amore è una cosa meravigliosa (1955) accanto a Jennifer Jones, una delle pellicole sentimentali più celebri di tutti i tempi ed inoltre nel ruolo dell'architetto americano Robert Lomax ne Il mondo di Suzie Wong, accanto alla esordiente Nancy Kwan.

Holden inoltre partecipò a molti altri film di livello più basso, obbligato dagli Studios che mantennero il contratto iniziale per costringerlo a lavorare.

Il declino

Holden per molti anni soffrì di alcolismo e depressione. Tale situazione peggiorò all'inizio degli anni sessanta, in coincidenza con la crisi del matrimonio e il rallentamento della carriera di attore; sul set dava l'impressione di un sonnambulo che interpretasse i suoi ruoli. Nel 1966 fu coinvolto in un grave incidente stradale in Versilia, nel quale l'altro guidatore rimase ucciso. Questa circostanza viene descritta con particolari dallo scrittore Luciano Vincenzoni nel documentario Il falso bugiardo di Claudio Costa, prodotto nel 2008.

Vincenzoni e Holden, a bordo di due macchine di grossa cilindrata, partirono per recarsi in un locale in Toscana. Dopo aver atteso invano Holden al locale, Vincenzoni tornò a cercarlo e trovò la polizia che era accorsa sul luogo dell'incidente. Holden stava bene ma fu accertato che era in stato di ebbrezza e venne condannato per omicidio colposo. Gli venne inflitta una pena (sospesa) di otto mesi di prigione. Holden corrispose una cospicua somma di denaro alla famiglia dell'uomo ucciso ma, non avendola con sé in Italia, gli venne prestata dal produttore cinematografico Robert Haggiag, amico sia di Vincenzoni che dell'attore.

Holden si sentì profondamente colpevole per questo incidente e gli amici riferirono che la sua dipendenza dall'alcool peggiorò . Un altro aspetto poco noto della vita privata dell'attore è che per molti anni fu un agente sotto copertura per la CIA. Holden, segretamente, consegnava messaggi a leader stranieri durante i suoi frequenti viaggi .

Nell'ultima parte della sua carriera Holden fornì comunque alcune ottime prove, come in Il mucchio selvaggio (1969), Breezy (1973), L'inferno di cristallo (1974) e Quinto potere (1976), in cui reinterpretò gli antichi personaggi che aveva perfezionato negli anni cinquanta, adesso più anziani, sofferti e consci della propria mortalità. Nel 1980 apparve in Il bambino e il grande cacciatore con l'attore bambino Ricky Schroder, in cui interpretò uno stanco misantropo ammalato di cancro che si ritira nella parte più desolata dell'Australia (l'outback) per finire i suoi giorni. Schroder fu così colpito dall'incontro con Holden che in seguito dette il suo nome ad uno dei suoi figli.

Vita privata

Holden fu sposato con l'attrice Ardis Ankerson, in arte Brenda Marshall, dal 1941 al 1971, anno del divorzio. La coppia ebbe due figli, Peter (1944) e Scott (1946-2005); Holden adottò inoltre Virginia, la figlia che Brenda aveva avuto dal primo matrimonio.

Nel 1954, durante le riprese di Sabrina, Holden e la co-protagonista Audrey Hepburn ebbero una relazione. La Hepburn ruppe il rapporto quando Holden le rivelò che aveva subìto una vasectomia.

Durante un viaggio-safari a metà degli anni cinquanta, Holden si innamorò dell'Africa e negli anni successivi si occupò a lungo della salvaguardia della fauna locale. Iniziò a trascorrere molto del suo tempo come proprietario e gestore di una riserva in Kenia, il Mount Kenya Safari Club, fondato nel 1959 a Nanyuki.

Diventato un abile uomo d'affari, alla fine degli anni cinquanta, per sfuggire al fisco statunitense, Holden si stabilì in Svizzera con la famiglia, ma continuò a viaggiare per ragioni professionali, dividendosi tra altre due residenze in Kenia e a Hong Kong.

All'inizio degli anni sessanta il suo matrimonio entrò in crisi e Holden iniziò una relazione con l'attrice francese Capucine, durata due anni. Anche dopo la separazione i due rimasero amici.

Negli anni settanta condivise la passione per l'Africa con l'attrice Stefanie Powers, alla quale fu sentimentalmente legato. La Powers è diventata poi presidente della William Holden Wildlife Foundation, tuttora attiva nella battaglia in difesa degli animali in via di estinzione e nel finanziamento di corsi di educazione ecologica per 10.000 studenti ogni anno</ref>

La fine

William Holden morì nel 1981, all'età di 63 anni, per le conseguenze di una caduta nella sua casa di Santa Monica (California). Il suo corpo fu trovato il 16 novembre, ma il medico legale stabilì che il decesso risaliva al giorno 12. Holden era probabilmente ubriaco ed era scivolato su un tappeto nel suo appartamento, sbattendo la testa contro un tavolo. L'autopsia della salma ed ulteriori indagini misero in evidenza che era rimasto cosciente per almeno mezz'ora dopo la caduta, ma probabilmente non si era reso conto della gravità della ferita e non aveva chiamato nessuno per chiedere aiuto[3].

Secondo le sue precedentemente espresse volontà, Holden fu cremato e le sue ceneri vennero sparse nell'Oceano Pacifico.

Curiosità

Filmografia

  • Prison Farm, regia di Louis King - non accreditato (1938)
  • Million Dollar Legs, regia di Nick Grinde - non accreditato (1939)
  • Passione - Il ragazzo d'oro (Golden Boy), regia di Rouben Mamoulian (1939)
  • Strisce invisibili (Invisible Stripes), regia di Lloyd Bacon (1939)
  • La nostra città (Our Town), regia di Sam Wood (1940)
  • Those Were the Days!, regia di Theodore Reed (1940)
  • Arizona, regia di Wesley Ruggles (1940)
  • I cavalieri del cielo (I Wanted Wings), regia di Mitchell Leisen (1941)
  • Texas, regia di George Marshall (1941)
  • La fortezza s'arrende (The Fleet's In), regia di Victor Schertzinger (1942)
  • The Remarkable Andrew, regia di Stuart Heisler (1942)
  • Meet the Stewarts, regia di Alfred E. Green (1942)
  • Quando eravamo giovani (Young and Willing), regia di Edward H. Griffith (1943)
  • Bagliore a mezzogiorno (Blaze of Noon), regia di John Farrow (1947)
  • 60 lettere d'amore (Dear Ruth), regia di William D. Russell (1947)
  • Rivista di stelle (Variety Girl), regia di George Marshall (1947)
  • L'uomo del Colorado (The Man from Colorado), regia di Henry Levin (1948)
  • Il vagabondo della foresta (Rachel and the Stranger), regia di Norman Foster (1948)
  • Amore sotto i tetti (Apartment for Peggy), regia di George Seaton (1948)
  • All'alba non sarete più vivi (The Dark Past), regia di Rudolph Maté (1948)
  • I cavalieri dell'onore (Streets of Laredo), regia di Leslie Fenton (1949)
  • Segretaria tutto fare (Miss Grant Takes Richmond), regia di Lloyd Bacon (1949)
  • Abbasso mio marito (Dear Wife), regia di Richard Haydn (1949)
  • L'uomo che era solo (Father Is a Bachelor), regia di Norman Foster e Abby Berlin (1950)
  • Viale del tramonto (Sunset Boulevard), regia di Billy Wilder (1950)
  • L'ultima preda (Union Station), regia di Rudolph Maté (1950)
  • Nata ieri (Born Yesterday), regia di George Cukor (1950)
  • Stringimi forte fra le tue braccia (Force of Arms), regia di Michael Curtiz (1951)
  • Squali d'acciaio (Submarine Command), regia di John Farrow (1951)
  • La vita che sognava (Boots Malone), regia di William Dieterle (1952)
  • Furore sulla città (The Turning Point) regia di William Dieterle (1952)
  • Stalag 17 - L'inferno dei vivi (Stalag 17), regia di Billy Wilder (1953)
  • La vergine sotto il tetto (The Moon Is Blue), regia di Otto Preminger (1953)
  • Eternamente femmina (Forever Female), regia di Irving Rapper (1953)
  • L'assedio delle sette frecce (Escape from Fort Bravo), regia di John Sturges (1953)
  • Die Jungfrau auf dem Dach, regia di Otto Preminger - non accreditato (1953)
  • La sete del potere (Executive Suite), regia di Robert Wise (1954)
  • Sabrina, regia di Billy Wilder (1954)
  • La ragazza di campagna (The Country Girl), regia di George Seaton (1954)
  • I ponti di Toko-Ri (The Bridges at Toko-Ri), regia di Mark Robson (1954)
  • L'amore è una cosa meravigliosa (Love Is a Many Splendored Thing), regia di Henry King (1955)
  • Picnic, regia di Joshua Logan (1955)
  • Anche gli eroi piangono (The Proud and Profane), regia di George Seaton (1956)
  • Soli nell'infinito (Toward the Unknown), regia di Mervyn LeRoy (1956)
  • Il ponte sul fiume Kwai (The Bridge on the River Kwai), regia di David Lean (1957)
  • La chiave (The Key), regia di Carol Reed (1958)
  • Soldati a cavallo (The Horse Soldiers), regia di John Ford (1959)
  • Il mondo di Suzie Wong (The World of Suzie Wong), regia di Richard Quine (1960)
  • Storia cinese (Satan Never Sleeps), regia di Leo McCarey (1962)
  • Il falso traditore (The Counterfeit Traitor), regia di George Seaton (1962)
  • Il leone (The Lion), regia di Jack Cardiff (1962)
  • Insieme a Parigi (Paris, When It Sizzles), regia di Richard Quine (1964)
  • La settima alba (The 7th Dawn), regia di Lewis Gilbert (1964)
  • Alvarez Kelly (Alvarez Kelly), regia di Edward Dmytryk (1966)
  • James Bond 007 - Casino Royale (Casino Royale), regia di Val Guest, John Huston, Ken Hughes, Robert Parrish e Joseph McGrath (1966)
  • La brigata del diavolo (The Devil's Brigade), regia di Andrew V. McLaglen (1968)
  • Il mucchio selvaggio (The Wild Bunch), regia di Sam Peckinpah (1969)
  • L'albero di Natale (The Christmas Tree), regia di Terence Young (1969)
  • Uomini selvaggi (Wild Rovers), regia di Blake Edwards (1971)
  • La feccia (The Revengers), regia di Daniel Mann (1972)
  • La figlia del diavolo (The Devil's Daughter), regia di Jeannot Szwarc - film TV (1973)
  • Los Angeles, 5º distretto polizia (The Blue Knight), regia di Robert Butler - film TV (1973)
  • Breezy, regia di Clint Eastwood (1973)
  • Le mele marce (Open Season), regia di Peter Collinson (1974)
  • L'inferno di cristallo (The Towering Inferno), regia di John Guillermin (1974)
  • 21 ore a Monaco (21 Hours at Munich), regia di William A. Graham - film TV (1976)
  • Quinto potere (Network), regia di Sidney Lumet (1976)
  • Fedora, regia di Billy Wilder (1978)
  • La maledizione di Damien (Damien: Omen II), regia di Don Taylor (1978)
  • Amici e nemici (Escape to Athena), regia di George P. Cosmatos - non accreditato (1979)
  • Ashanti, regia di Richard Fleischer (1979)
  • Ormai non c'è più scampo (When Time Ran Out), regia di James Goldstone (1980)
  • Il bambino e il grande cacciatore (The Earthling), regia di Peter Collinson (1980)
  • S.O.B., regia di Blake Edwards (1981)

Premi e riconoscimenti

Premio Oscar

  • 1951 - Nomination al miglior attore protagonista per Viale del tramonto
  • 1954 - Miglior attore protagonista per Stalag 17 - L'inferno dei vivi
  • 1977 - Nomination al miglior attore protagonista per Quinto potere

Doppiatori italiani

  • Emilio Cigoli in L'ultima preda, Viale del tramonto, Nata ieri, Stalag 17 - L'inferno dei vivi, La ragazza di campagna, La sete del potere, Picnic, L'amore è una cosa meravigliosa, I ponti di Toko-Ri, L'assedio delle sette frecce, Il ponte sul fiume Kwai, Il mondo di Suzie Wong, Il falso traditore, La settima alba, Insieme a Parigi, Il mucchio selvaggio
  • Gualtiero De Angelis in L'uomo del Colorado, Sessanta lettere d'amore, I due del Texas, Pazzia, I cavalieri del cielo, Bagliore a mezzogiorno, Abbasso mio marito, Arizona
  • Giuseppe Rinaldi in Alvarez Kelly, Sabrina, Soldati a cavallo, Il bambino e il grande cacciatore
  • Giulio Panicali in Amore sotto i tetti, Segretaria tutto fare
  • Pino Locchi in James Bond 007 - Casino Royale, Uomini selvaggi, S.O.B.
  • Sergio Graziani in L'albero Natale
  • Giorgio Piazza in Breezy, L'inferno di cristallo
  • Massimo Foschi in Quinto potere, La maledizione di Damien
  • Vittorio Di Prima in L'inferno di cristallo (ridoppiaggio)
  • Rodolfo Baldini in Passione - Il ragazzo d'oro (ridoppiaggio)
  • Alessandro Rossi in L'uomo del Colorado (ridoppiaggio)

Note

  1. William Holden fu legato da duratura amicizia con Barbara Stanwyck. Durante la cerimonia degli Academy Award 1982, in cui ricevette l'Oscar alla carriera, la Stanwyck dedicò il premio a Holden, scomparso da pochi mesi, con queste parole: «He always wished that I would get an Oscar and so, tonight, my golden boy, you got your wish!...» (Egli desiderava sempre che io ottenessi un premio Oscar e così, questa sera, ragazzo mio, hai ottenuto ciò che volevi ...)
  2. Fu il primo a mostrare il suo petto villoso proprio nel film Picnic: fu uno scandalo
  3. Thomas T.Noguchi; Joseph DiMona. Il coroner indaga. Rizzoli, 1985. 154-160 ISBN 88-17-53574-5

Altri progetti

Collegamenti esterni

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