David Sanborn

David Sanborn

nato il 30.7.1945 a Tampa, FL, Stati Uniti d'America

David Sanborn

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David William Sanborn (Tampa, 30 luglio 1945) è un sassofonista statunitense, virtuoso del sax alto.

Sanborn è esperto di tecniche avanzate quali: quarti di tono, growl, suoni multipli (multiphonics), estensione di 4 ottave (top tones), ha influenzato un grande numero di sassofonisti ed ha suonato con grandi musicisti.

Sebbene abbia suonato molti generi, i suoi lavori da solista tipicamente mescolano jazz con pop strumentale e Rhythm and blues[1].

Ha pubblicato il suo primo album da solista, Taking Off, nel 1975, ma suonava il sassofono già prima di iniziare le scuole superiori.[2] Sanborn ha anche lavorato a lungo come turnista, in particolare nel disco Young Americans (1975) di David Bowie.

Sanborn è stato uno dei maggiori sassofonisti americani ad ottenere successo commerciale fin dagli anni 1980. Sanborn è spesso identificato con lo smooth jazz di facile successo radiofonico; Sanborn, tuttavia, ha espresso avversione sia per questo genere che per l'essere associato ad esso.[1]

Nella sua carriera più che decennale, Sanborn ha pubblicato 24 album, vinto sei Grammy Awards e ha avuto otto album riconosciuti come dischi d'oro e uno di platino. Continua ad essere un musicista molto attivo nel suo genere.

Formazione

Sanborn è nato a Tampa (Florida) ed è cresciuto a Kirkwood (Missouri). In gioventù è stato malato di polio per otto anni[3], e ha cominciato a suonare il sassofono su consiglio del medico per rafforzare i muscoli del petto e migliorare la respirazione.

Il sassofonista alto Hank Crawford, all'epoca componente della band di Ray Charles, è stato una delle prime e durature influenze su Sanborn.[4]

Sanborn ha iniziato a frequentare il college alla Northwestern University, studiando musica.[2] Siè poi trasferito alla Università dell'Iowa dove suonava e studiava con il sassofonista J.R. Monterose.[2]

Carriera

Sanborn ha suonato con i musicisti blues Albert King e Little Milton a quattordici anni.[3] Ha continuato in questo genere quando si è unito alla band di Paul Butterfield nel 1967.[4]

Sebbene Sanborn sia associato allo smooth jazz, ha esplorato i confini del free jazz nella sua gioventù, studiando con i sassofonisti Roscoe Mitchell and Julius Hemphill. nel 1993 è ritornato a questo genere collaborando a Diminutive Mysteries di Tim Berne, dedicato a Hemphill. Anche nell'album di Sanborn Another Hand comparivano musicisti di avanguardia di primo piano.

Incisioni

Sanborn è stato tenuto in grande considerazione come turnista dai tardi anni 1960, e ha suonato con una serie di artisti ben noti, tra i quali James Brown, Bryan Ferry, Michael Stanley, Eric Clapton, Bobby Charles, Cat Stevens, Roger Daltrey, Stevie Wonder, Paul Simon, Jaco Pastorius, the Brecker Brothers, Michael Franks, Kenny Loggins, Casiopea, Players Association, David Bowie, Todd Rundgren, Bruce Springsteen, Little Feat, Tommy Bolin, Bob James, James Taylor, Al Jarreau, Pure Prairie League, Kenny G, George Benson, Joe Beck, Donny Hathaway, Elton John, Gil Evans, Carly Simon, Guru, Linda Ronstadt, Billy Joel, Kenny Garrett, Roger Waters, Steely Dan, Ween, gli Eagles, The Grateful Dead, Nena, Utada Hikaru, Toto, Phil Collins.

Sanborn ha vinto numerosi premi; ha vinto il Grammy per Voyeur (1981), Double Vision (1986) e Close Up (1988). Nei suoi dischi da solista ha spesso lavorato con Marcus Miller, bassista, polistrumentista e produttore. Ha anche scritto alcune colonne sonore per film quali Arma letale e S.O.S. fantasmi. Nel 1991 ha registrato Another Hand, che secondo All Music Guide to Jazz è un "ritorno di Sanborn al suo vero amore: jazz disadorno (o solo in parte adornato)" che "compensava" le sue incisioni smooth jazz.[5]

Nell'album, prodotto da Hal Willner, hanno suonato musicisti fuori dalla scena smooth jazz scene, come Charlie Haden, Jack DeJohnette, Bill Frisell, e Marc Ribot.

Nel 1994 Sanborn è apparso in A Celebration: The Music of Pete Townshend and The Who, noto anche come Daltrey Sings Townshend, un concerto di due serate alla Carnegie Hall, prodotto da Roger Daltrey degli Who per celebrare il suo cinquantesimo compleanno, da cui sono stati realizzati un CD e un VHS, e un DVD nel 1988.

Nel 1995 ha suonato nel musical The Wizard of Oz in Concert: Dreams Come True, uno spettacolo di beneficenza. Lo spettacolo è stato trasmesso dalla Turner Network Television, e ne è stato fatto un CD e un video nel 1996.

Attività in radio e televisione

Sanborn è apparso in trasmissioni radiofoniche e televisive, anche come presentatore. Dai tardi anni 1980 è stato un ospite regolare della band di Paul Shaffer in Late Night with David Letterman. Dal 1988-89 ha co-condotto Night Music, uno spettacolo musicale notturno sulla NBC con Jools Holland. Seguendo l'approccio eclettico del produttore Hal Willner, lo show collocava Sanborn con molti musicisti di fama, come Miles Davis, Dizzy Gillespie, Pharoah Sanders, Eric Clapton, Robert Cray, Lou Reed, Jean-Luc Ponty, Santana, Todd Rundgren, Youssou N'dour, Pere Ubu, Loudon Wainwright III, Mary Margaret O'Hara, Screamin' Jay Hawkins, Leonard Cohen, Was, e Curtis Mayfield. Durante gli anni 1980 e 1990, Sanborn ha condotto il programma radio The Jazz Show with David Sanborn.[4] Sanborn ha registrato sigle per molti show e anche canzoni per The Late Late Show with Tom Snyder.

Attività recenti

Nel 2004, Sanborn è stato inserito nella St. Louis Walk of Fame.[6]

Nel 2006, ha suonato nel brano Play That Funky Music della Gordon Goodwin's Big Phat Band, un remake della hit dei Wild Cherry nello stile delle big band. Sanborn si esibisce spesso in Giappone nei club Blue Note di Nagoya, Osaka, e Tokyo. Nel 2007, Sanborn ha partecipato allo spettacolo annuale della Allman Brothers Band al Beacon Theatre di New York.

Nel 2010 Sanborn è stato in tour principalmente in un trio con l'organista jazz Joey DeFrancesco e Steve Gadd, suonando la combinazione di jazz e blues dal suo album Only Everything. Nel 2011 è stato in tour con il tastierista George Duke e il bassista Marcus Miller col nome DMS.

Note

  1. ^ a b (EN) Richard Cook e Brian Morton, The Penguin Guide to Jazz on CD, terza edizione, London, Penguin Group, 1996 [1992], pp. 1148–1149, ISBN 0-14-051368-X.
  2. ^ a b c (EN) Biography, su Official Community of David Sanborn. URL consultato il 1º giugno 2015.
  3. ^ a b (EN) Geoffrey Himes, David Sanborn: The Blues and the Abstract Truth, Jazztimes.com, November 2008. URL consultato il 1º giugno 2015.
  4. ^ a b c (EN) Greg Balfany, David Sanborn, in Saxophone Journal, vol. 13, nº 4, January–February 1989, pp. 28–31.
  5. ^ (EN) Ron Wynn, All Music Guide to Jazz, San Francisco, Miller Freeman, 1994, p. 567, ISBN 0-87930-308-5.
  6. ^ (EN) St. Louis Walk of Fame Inductees, su Stlouiswalkoffame.org. URL consultato il 1º giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2017).

Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su David Sanborn

Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su davidsanborn.com.
  • (EN) David Sanborn, su Internet Movie Database, IMDb.com.
  • (EN) David Sanborn, su AllMusic, All Media Network.
  • (EN) David Sanborn, su Discogs, Zink Media.
  • The Official Community of David Sanborn, su davidsanborn.com.
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