Genesis

Genesis

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Genesis

I Genesis alla Mellon Arena di Pittsburgh nel 2007
Paese d'origine  Regno Unito
Genere Rock progressivo[1]
Art rock[1]
Pop rock[1]
Rock sinfonico[1]
Experimental rock[1]
Periodo di attività
1967-1997; 2006-2007
Album pubblicati 31
Studio 15 + 2 EP
Live 6
Raccolte 8
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica

I Genesis sono un gruppo progressive rock britannico, cresciuto e affermatosi all'interno del vasto movimento del rock progressivo. Sono considerati una delle band più importanti e innovative della storia del rock.

Durante la loro carriera, hanno venduto più di 150 milioni di dischi in tutto il mondo, inserendosi nella lista dei trenta artisti di maggior successo commerciale di tutti i tempi.[2][3]

Nel corso della propria storia il gruppo ha subito diversi cambiamenti di formazione, mantenendo tuttavia inalterata la presenza di Tony Banks (alle tastiere) e Mike Rutherford (al basso e alle chitarre). Le formazioni più celebri e riconosciute sono due: la prima, quella dell'affermazione negli anni settanta, comprendeva Phil Collins, Mike Rutherford, Tony Banks, Steve Hackett e Peter Gabriel; la seconda, quella degli anni ottanta e novanta, Phil Collins, Mike Rutherford e Tony Banks, con il costante supporto, durante i live, di Daryl Stuermer (chitarra elettrica e basso) e Chester Thompson (batteria e percussioni), che tuttavia non divennero mai membri ufficiali del gruppo. Quest'ultima formazione è anche la più longeva e quella che ha ottenuto il maggior successo commerciale. Nel corso del tempo hanno poi fatto parte della band molti musicisti provenienti da diverse esperienze musicali.

Abili esecutori e abilissimi compositori, i Genesis vantano anche una larga produzione di materiale dal vivo, testimoniata da numerosi album live, sia ufficiali che bootleg.

Storia del gruppo

Le origini

Il nucleo del gruppo si forma a Godalming, cittadina nei pressi di Londra, presso la Charterhouse School, college frequentato da rampolli della buona borghesia britannica. La formazione originale comprendeva Tony Banks (tastierista), Peter Gabriel (cantante, flautista, oboista e percussionista), Anthony Phillips (chitarrista), Mike Rutherford (chitarrista e bassista) e Chris Stewart (batterista). Il gruppo risulta dalla fusione di due band giovanili, gli Anon, di cui facevano parte Rutherford e Phillips, e i Garden Wall, gruppo formato da Tony Banks e Peter Gabriel, a cui si è poi aggiunto Chris Stewart. A scoprirli è il cantante e produttore nonché ex-allievo del college Jonathan King, che ha alle spalle il singolo discografico Everyone's Gone to the Moon. È proprio King ad attribuire alla nuova formazione il nome Genesis, forse anche a motivo delle tematiche bibliche cui il gruppo inizialmente si ispira e che rimarranno uno degli oggetti privilegiati dei futuri testi di Gabriel.

Il loro esordio discografico risale al 1969 con l'album From Genesis to Revelation, inciso per la Decca. Le liriche un po' pretenziose e la struttura musicale ancora incerta non ne fanno un album riuscito, e infatti gli autori stessi finirono per sconfessarlo. Il sound risulta fortemente influenzato dai The Moody Blues, gruppo che andava per la maggiore all'epoca, e perciò le composizioni, in confronto a quelle di alcuni anni dopo, sono molto semplici e orecchiabili; tuttavia non mancano brani degni di nota come, ad esempio, The Silent Sun e Where the Sour Turns to Sweet, che denotano già una buona maturità musicale considerando, anzitutto, l'età giovanissima dei musicisti, poco più che diciottenni.

L'album, nelle intenzioni, doveva essere una sorta di concept a sfondo religioso. Pur sviata dalla produzione (che impone pesanti arrangiamenti orchestrali), dell'idea originale restano numerosi riferimenti biblici (soprattutto in In the Beginning, The Serpent, In the Wilderness e The Conqueror). Da notare che già durante le session, Stewart viene sostituito da John Silver; i Beatles sono un punto di riferimento scontato, mentre è la passione di King per i Bee Gees a determinare inizialmente l'influenza del gruppo australiano sui Genesis. A questo punto, i cinque, insoddisfatti dalle eccessive ingerenze di King e dall'esiguo numero di vendite, decidono di lasciare il loro mentore. Dopo qualche tempo la band fa la conoscenza del produttore Tony Stratton-Smith, figura decisiva per gli sviluppi futuri del gruppo.

Lo scarso numero di vendite di From Genesis to Revelation desta un po' di sconforto fra i membri del gruppo. La band era in condizioni disperate dal punto di vista finanziario; alcuni sostengono che, a quei tempi, i membri dei Genesis saltassero addirittura i pasti pur di potersi dedicare alla stesura di nuove composizioni rifiutando, comunque, ingenti aiuti in denaro forniti dalle rispettive famiglie. Nessuno dei componenti si perse d'animo, nella convinzione che il successo sarebbe arrivato grazie all'impegno profuso.

La ricerca del batterista è alquanto tormentata: dopo uno show accanto agli Smile (gruppo che include i futuri Queen Roger Meddows-Taylor e Brian May), Gabriel vorrebbe Taylor, ma la cosa non va in porto. Dopo la sostituzione di Silver con John Mayhew, viene pubblicato Trespass (Charisma, 1970), che risulta di ben diverso spessore rispetto al disco d'esordio e denota spiccatamente la vena progressive del gruppo. Impressionante e repentino fu il cambiamento nello stile musicale del gruppo rispetto a From Genesis to Revelation; lo si può notare già dalla durata di brani come The Knife (che nei concerti live, a volte, tocca addirittura i venti minuti di durata, la metà dei quali costituiti da melodie improvvisate) o Stagnation in confronto a quelli dell'album d'esordio. Nel complesso, inoltre, le melodie sono infinitamente più sviluppate ed elaborate, il che denota l'enorme mole di lavoro a cui i membri dei Genesis si erano sottoposti nel periodo intermedio alla pubblicazione dei due dischi per portare avanti la band.

Il tour promozionale di Trespass è caratterizzato da un enorme numero di inconvenienti tecnici durante i concerti, che certamente non contribuiscono a rendere l'immensa abilità musicale del gruppo. Phillips racconta che Peter Gabriel iniziava a chiacchierare con il pubblico nelle imbarazzanti pause fra un brano e l'altro durante le quali i musicisti erano impegnati a cambiare gli spinotti e riaccordare le chitarre; Banks, invece, narra che quando doveva suonare la chitarra a dodici corde in alcuni brani, era costretto a cambiare l'attacco all'amplificatore anche tre o quattro volte ogni concerto. Si dice che una volta vi fosse un solo spettatore ad assistere alla performance dei Genesis, tanto che Gabriel, per sdrammatizzare, ironicamente gli chiese: "Qualche richiesta?"

L'abbandono di Phillips (1970) fu motivato da problemi di salute del chitarrista e da una presunta paura del palco ma rappresenta, comunque, un momento critico per il gruppo. Rutherford e Banks soprattutto sono incerti sull'opportunità di proseguire senza l'apporto del collaudato chitarrista, che recentemente ha dichiarato, a proposito del suo abbandono: «Eravamo solo un pugno di perfezionisti. La musica era diventata la fonte della mia più profonda sofferenza».

La formazione classica e l'ascesa

Già nell'agosto del 1970, la nuova line-up inizia a prendere la sua forma definitiva. Durante un provino in casa dei genitori di Gabriel, il batterista Phil Collins stupisce il gruppo per il suo talento batteristico e l'innato talento teatrale, e finisce per subentrare a Mayhew, che non accettava la scelta dei Genesis di caratterizzarsi per brani molto lunghi. Per qualche mese, il gruppo si muove come quartetto, avvalendosi della collaborazione del chitarrista Mick Barnard, ma resta alla ricerca di un chitarrista che possa sostituire degnamente Phillips. Alla fine del 1970, tramite un annuncio sulla rivista Melody Maker, scoprono Steve Hackett, proveniente dai Quiet World, il quale, nel frattempo, ha avuto modo di ascoltare Trespass, vederli in concerto e, di conseguenza, rimanere impressionato dal loro stile. Si racconta che Hackett, astutamente, avesse convocato i Genesis a casa sua, in mezzo a "tutti i suoi aggeggi", anziché effettuare il provino in studio, dove probabilmente non si sarebbe trovato a suo agio. Il gruppo rimase talmente impressionato dalla sua bravura che accettò di prenderlo senza valutare nessun altro chitarrista.

Per l'allora giovanissimo Hackett, del tutto a digiuno di qualsiasi esperienza professionale nel mondo della musica, il primo impatto con il gruppo è piuttosto traumatico. La perfezione sonora che i Genesis vogliono ottenere, infatti, è ben lontana dal realizzarsi a causa di evidenti limiti alla strumentazione che costituiscono un grave problema anche durante le performance live. Tuttavia, dopo un logico periodo di ambientamento da parte dei due nuovi innesti, la situazione si normalizza e il gruppo comincia a crescere e a fare ulteriori passi in avanti.

Poi, nel gennaio del 1971, ecco arrivare la svolta della loro carriera. In quel periodo, il produttore della Charisma Stratton-Smith organizza una tournée europea che coinvolge i suoi gruppi più promettenti allo scopo di lanciarli nel panorama musicale europeo; i Van der Graaf Generator, i Lindisfarne e, ovviamente, i Genesis, allora considerati di minore levatura rispetto ai primi due gruppi. Durante le nove tappe del tour, la situazione si capovolge e i Genesis diventano prepotentemente padroni del palcoscenico, grazie anche alla teatralità esplosiva di Gabriel, relegando in secondo piano i diretti concorrenti. Lo stesso Peter Hammill, leader dei Van der Graaf Generator, ammise: «Ogni gruppo cercava di far meglio degli altri ogni sera, ma a un tratto diventò impossibile far meglio di loro». Nel giugno del 1971, tuttavia, durante un concerto, Peter Gabriel si frattura una gamba saltando dal palcoscenico in mezzo alla folla, costringendo i Genesis a interrompere il concerto e annullare la tournée. Durante la convalescenza del cantante, la band si esercita in numerose prove con i nuovi innesti Collins e Hackett e preparandosi all'ormai imminente pubblicazione di un nuovo album.

La consacrazione in Europa

Nel novembre del 1971, viene pubblicato Nursery Cryme. È la definitiva consacrazione del gruppo, che entra nell'Olimpo del rock internazionale, etichettato oggi come "progressive rock", divenendone così uno dei massimi esponenti assieme agli emergenti Yes e Emerson, Lake & Palmer. L'inconfondibile "stile Genesis" si comincia a delineare in maniera più marcata, suggellando il corso dell'"era Gabriel"; le composizioni sono più lunghe e complesse, i brani sono pieni di cambi di ritmo e movimentati assolo, con momenti intimi e acustici che si alternano a lunghe e impetuose sciabolate elettriche e virtuosismi di ampio respiro. Sconosciuto è l'apporto di Barnard alle composizioni presenti nell'album, mentre certa è l'influenza di Phillips, almeno sulla composizione di The Musical Box. A partire da questo brano il sesso, generalmente trattato in maniera ironica o mediante metafore, diventa una delle componenti principali dei testi di Gabriel.

La grande eco prodotta dal lavoro in studio spinge il gruppo a dare maggiore spessore alle proprie performance live, che diverranno un altro punto di forza dei Genesis negli anni seguenti; nei live Gabriel si trucca e si veste in modi bizzarri (elemento che influenzerà altri gruppi rock), esaltando le proprie capacità di mimo e di raconteur. Memorabile, a questo proposito, risulta il concerto di Dublino dello stesso anno, quando Gabriel, a sorpresa, per il finale di The Musical Box, indossa un abito rosso della moglie Jill e si copre il capo con un'enorme testa di volpe, chiamata appunto Foxhead. Col passare del tempo poi, Peter Gabriel diventa sempre più padrone del palcoscenico, con una maggior dimestichezza nel ruolo di front man. The Return of the Giant Hogweed è un altro brano in cui il suo istrionismo e le sue capacità incantatrici trovano maggior vigore espressivo.

Per il terzo anno consecutivo, nel 1972, il gruppo non manca all'appuntamento con un nuovo LP: Foxtrot, che rappresenta la completa maturazione del gruppo. L'album si distacca dai precedenti portando il gruppo ad esprimere sonorità spesso più raffinate e orecchiabili rispetto ai lavori del passato, pur mantenendosi nello stile Genesis. La suite Supper's Ready occupa quasi interamente la seconda facciata del disco e resta fra le pietre miliari del progressive e della musica rock di quel periodo.

Durante il Foxtrot tour, le difficoltà tecniche durante i concerti non scompaiono. Divertente è l'aneddoto raccontato tempo dopo da Tony Banks: «Durante i concerti non si riusciva mai a sentire la voce di Peter, tanto che eseguivamo canzoni senza testo. Peter faceva soltanto del chiasso. Una volta introdusse Get 'Em Out by Friday intitolandola invece I've Been Travelling All Night Long e nessuno dei presenti notò la differenza».

Nel luglio 1973, i Genesis pubblicano il loro primo album live, Genesis Live, tratto da due concerti tenuti a Manchester e a Leicester nel mese di febbraio. Questo album, che comprende cinque brani, presenta il lato più "rock" del gruppo britannico, proponendo pezzi fra i più elettrici e movimentati di quelli composti fino ad allora; spiccano soprattutto The Return of the Giant Hogweed e la finale The Knife. La qualità dell'incisione non rende appieno l'abilità musicale del gruppo, ma presto, affermatisi a livello europeo, i Genesis possono permettersi di incidere un disco con più mezzi a disposizione.

Nei concerti in quel periodo i fan e gli spettatori possono notare come Gabriel prenda sempre più il sopravvento sugli altri componenti della band; nei teatri e nelle arene ormai lui è lo show. I suoi travestimenti sono quasi in grado di dominare la scena oltre la musica. Alcuni fra i suoi costumi più celebri sono The Flower e Magog, indossati per interpretare Supper's Ready, Britannia in Dancing with the Moonlit Knight e The Old Man in The Musical Box, oltre alla già citata Foxhead. I suoi compagni di gruppo raccontano che il 9 febbraio 1973, prima del concerto tenuto al Rainbow Theatre di Londra, il leader dei Genesis si presentò nel camerino all'insaputa dei suoi compagni con un enorme baule in cui aveva stipato tutti i costumi che lo avevano reso celebre. Hackett ha più volte dichiarato che Gabriel non aveva mai provato a indossare quei travestimenti durante le prove prima dell'esibizione, e che furono una sorpresa anche per loro. Il concerto registrò il tutto esaurito e si svolse in un'atmosfera particolare, in cui Gabriel riuscì a coinvolgere il pubblico come mai gli era riuscito fino ad allora. I presenti ricorderanno quella serata con il motto "Welcome to the world of Genesis" ("Benvenuti nel mondo dei Genesis").

Un anno dopo Foxtrot esce Selling England by the Pound. L'album sarà il più venduto dell'"era Gabriel", piazzandosi al terzo posto nella classifica degli album più venduti in Gran Bretagna; Firth of Fifth, inizialmente composto da Banks ai tempi della Charterhouse School per solo pianoforte e, in seguito, arrangiato dagli altri membri della band nella sua versione definitiva, nonché The Cinema Show, sono secondo molti alcune delle migliori composizioni della storia del gruppo e il brano I Know What I Like (In Your Wardrobe) fu il loro primo singolo ad avere un reale successo di vendite. Nel brano More Fool Me Phil Collins si propone lead vocalist per la seconda volta dai tempi di Nursery Cryme (aveva già cantato nel brano For Absent Friends). Inoltre, nel brano Dancing with the Moonlit Knight, Hackett sperimenta due particolari modi di suonare la chitarra: il tapping (peraltro già utilizzato in The Return of the Giant Hogweed), che fu, in seguito, reso noto da Eddie Van Halen, e lo sweep-picking, di cui farà largo uso, negli anni ottanta, Yngwie Malmsteen.

The Lamb Lies Down On Broadway e l'affermazione mondiale

A questo punto, nel 1974, i Genesis si lanciano nell'opera più ambiziosa della loro carriera, il doppio LP The Lamb Lies Down on Broadway, lasciando da parte un progetto avanzato da Rutherford (un concept basato sul libro Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry).

L'album, nonostante l'ottimo successo commerciale, non riesce ad eguagliare il record di vendite di quello precedente, mentre fra critici e fan si contrappongono opinioni contrastanti: molti lo considerano il miglior lavoro dei Genesis fino ad allora ma c'è anche qualcuno che, al contrario, lo valuta come un "bluff", definendolo un'opera mal riuscita perché troppo ambiziosa. Sicuramente dal punto di vista compositivo, strumentale e dei testi l'album è molto più complesso dei precedenti e va ricordato per alcuni brani indimenticabili: la title-track e Carpet crawlers.

Dopo la pubblicazione del nuovo album, i Genesis organizzano una ciclopica tournée promozionale in giro per il mondo, durante la quale The Lamb sarà suonato dal vivo ben centodue volte. Inoltre, durante i concerti legati a questo tour, il gruppo si serve per la prima volta di spettacolari effetti speciali con luci e laser (progettati per l'occasione dall'ingegnere tedesco Theo Botschhuijver); in quest'ambito possono essere definiti dei pionieri, poiché oltre a loro a quei tempi gli unici a servirsi di vistosi effetti speciali erano i Pink Floyd (come ampiamente dimostrato nel tour legato all'album The Dark Side of the Moon). Inoltre Peter Gabriel sperimenta per l'occasione un altro travestimento, prendendo le sembianze di Rael, il protagonista del concept album, da lui definito il suo alter ego.

L'abbandono di Peter Gabriel nel 1975

Dopo il tour mondiale legato al nuovo disco, Peter Gabriel abbandona il gruppo per avventurarsi in una fortunata carriera solista che ben poco conserverà dell'esperienza maturata con i Genesis. Numerosi sono i motivi di questa scelta da parte di Gabriel; alcuni fra i più importanti sono i problemi familiari legati alla nascita della prima figlia e la sensazione di ostilità da parte degli altri membri del gruppo a causa del suo carattere istrionico che relegava il resto della band a una posizione marginale rispetto a lui. Il gruppo, durante la composizione di The Lamb, aveva anche disapprovato più volte il modo di lavorare di Gabriel a causa dei suoi ritardi nella stesura dei complicatissimi testi, pieni più del solito di citazioni letterarie e allo stesso tempo necessariamente descrittivi della vicenda di Rael. Più tardi Hackett rivelerà: «Peter era molto indietro nella stesura dei testi, così arrivava dopo e cantava su tutto, anche su quelli che sarebbero dovuti essere intermezzi strumentali. Per me era come se qualcuno avesse preso un quadro che avevo appena dipinto e me lo avesse imbrattato tutto di vernice rossa».

Un ulteriore motivo di dissidio fu il fatto che la lunga storia di Rael contenuta all'interno di The Lamb Lies Down on Broadway presenta alla fine il copyright ufficiale di Peter Gabriel, rompendo per la prima volta la tradizionale attribuzione collettiva di tutto il materiale presente nei dischi dei Genesis. A questo si aggiunsero, quasi come conseguenza, le errate attribuzioni della critica e del pubblico riguardo alle canzoni stesse. Molti definirono brutalmente l'album come "il primo album di Peter Gabriel da solista" aggravando la crisi fra il cantante e gli altri membri della band, relegati al ruolo di comprimari. La prima hit di Peter Gabriel da solista, Solsbury Hill, inserita nell'album Peter Gabriel (pubblicato nel 1976), riguarda proprio la sua decisione di allontanarsi dai Genesis.

Un anno dopo, nel 1975, Steve Hackett è il primo membro dei Genesis a pubblicare un album da solista, Voyage of the Acolyte, avvalendosi, fra l'altro, della collaborazione di Phil Collins e Mike Rutherford.

Phil Collins cantante

Il periodo post-Gabriel si apre con centinaia di audizioni per cercare un degno sostituto, fino a quando non si scopre che il nuovo cantante potrebbe essere proprio Phil Collins: la voce è maturata e Collins conosce alla perfezione il repertorio della band. A questo proposito, Hackett narra che Phil, durante i provini, cercando di riprodurre agli aspiranti cantanti i brani della band, spesso cantava molto meglio di ciascuno di loro; venne perciò incoraggiato dagli altri membri a prendere il posto di Gabriel, nonostante l'idea iniziale fosse quella di proseguire senza alcun cantante, avvalendosi solo di brani strumentali.

Vengono così alla luce tre album in quartetto: A Trick of the Tail del 1976, nel quale, in maniera del tutto inattesa, Collins in versione cantante ottiene risultati superiori a ogni aspettativa, malgrado alcuni gli imputino di imitare coscientemente la voce di Gabriel (accusa per lo più derivata dalla presenza ricorrente ma non sempre avvertita della voce di Collins sullo sfondo di molti brani dell'"era Gabriel", specie in The Lamb).

Rispetto ai precedenti album, i Genesis cambiano lievemente il loro modo di concepire la musica, adattandosi a un tipo di melodia più soft; le composizioni sono più semplici e accessibili, soprattutto nei testi, i suoni sono più brillanti e gli arrangiamenti più diretti. Il suono del disco è anche frutto dell'influsso del nuovo produttore Dave Hentschel. I brani di A Trick of the Tail, dopo gli incubi newyorkesi di Gabriel, rappresentano un ritorno più o meno aggiornato alle fairy tales incantate di Selling England by the Pound.

Wind & Wuthering del 1977, tenta in maniera ambiziosa di riprendere le musicalità dei primi tempi. L'album appare in un'epoca che già dava spazio a fenomeni dirompenti, il punk rock su tutti. Durante le sessioni di registrazione, i rapporti professionali fra Hackett e il resto della band si deteriorano ulteriormente a causa dell'esclusione per mano di Collins e Banks di un brano scritto da lui (Please Don't Touch), sostituito con la strumentale Wot Gorilla?

Seconds Out (doppio live del 1977 registrato a Parigi), con Phil Collins in veste di cantante e batterista e con ospiti di riguardo come i batteristi Chester Thompson e Bill Bruford, è la somma del lavoro di quegli anni. Per alcuni versi è, forse, il canto del cigno del gruppo. L'esecuzione dal vivo di alcuni brani appare talvolta superiore a quelle registrate in studio, cosa difficilmente riscontrabile nei lavori dal vivo della maggior parte delle band dell'epoca. Oltre ogni previsione, Seconds Out esplode letteralmente in Europa e nelle classifiche mondiali e vende più di qualsiasi altro album pubblicato precedentemente dal gruppo. In particolare, critica e pubblico sembrano apprezzare il modo in cui Collins riesce a riproporre i brani precedentemente cantati da Peter Gabriel, tanto che un critico scrisse su di lui: «Canta alla Gabriel meglio di Gabriel».[4]

Sempre nel 1977, i Genesis pubblicano l'EP Spot the Pigeon, composto da tre brani: Match of the Day, Pigeons e Inside and Out (brano composto principalmente da Steve Hackett che pareva destinato ad essere inserito in Wind & Wuthering prima di incontrare l'opposizione di Collins e Banks). Pare che il video della prima traccia sia stato girato all'interno dello stadio del Queen's Park Rangers F.C. ma che sia poi andato perduto.

L'abbandono di Steve Hackett: And Then There Were Three

Anche per Hackett giunge il tempo della separazione dal gruppo, esasperato dalla leadership di Tony Banks in sala di incisione e più in generale dall'atteggiamento non sempre collaborativo dei compagni di gruppo riguardo alle sue idee compositive, che stentavano a farsi strada. La successiva carriera da solista di Hackett, al contrario di quella di Peter Gabriel, restò fortemente influenzata dall'esperienza maturata con i Genesis, tanto che, tempo dopo, pubblicò un album (Genesis Revisited, 1996) nel quale molti dei maggiori successi della band britannica durante gli anni in cui lui ne faceva parte erano riproposti in chiave anche molto personale. Hackett riadattò anche una canzone lasciata incompleta da Peter Gabriel durante l'esperienza con i Genesis, Dejà-vu. Per registrare l'album, il chitarrista fondò un supergruppo formato da musicisti di alto livello, fra i quali si possono citare Bill Bruford, Chester Thompson, Tony Levin e John Wetton.

I tre membri "superstiti" proseguono da soli, e nel 1978 danno alla luce un LP intitolato And Then There Were Three ("E poi rimasero in tre") che segna la definitiva rottura col passato in direzione del pop-rock . Gli elementi jazz-rock presenti in Seconds Out rimarranno confinati soprattutto ai concerti, e non si concretizzeranno in un nuovo percorso musicale in studio. Anzi, i singoli Follow You Follow Me e Many Too Many sono ormai prossimi al pop puro, riscuotendo un buon successo di pubblico. In questo modo il gruppo punta soprattutto ad affermarsi negli Stati Uniti, dove erano ancora poco conosciuti, come testimonia il tour promozionale dell'album, in cui gli USA vengono toccati ben cinque volte.

Da lì in avanti, Collins divide la sua carriera fra produzioni soliste (anche col gruppo di jazz-rock Brand X) più orientate a un pop orecchiabile, con al più qualche sfumatura jazz e uscite discografiche col gruppo, queste ultime orientate a uno stile più vicino al rock, con qualche sorprendente concessione al funky e alla sperimentazione.

Anche Gabriel  nella sua carriera solistica  ha lasciato quasi del tutto alle spalle l'esperienza Genesis definendola "un'affermazione dell'ego" e allontanandosene quasi radicalmente, salvo poi recuperare alcuni elementi del sound classico dei Genesis nell'album So (per esempio la chitarra a dodici corde, suonata dal fedele David Rhodes, e il mellotron).

Gli anni ottanta

Duke nel 1980 è il lavoro del gruppo che rappresenta l'ultimo sforzo di riproporre strutture musicali concatenate tra loro nel seguire una storia. In origine l'album doveva contenere una lunga suite, che in seguito i Genesis decidono di spezzettare in più brani, alterandone la sequenza. Duke presenta sonorità più spigolose e dal forte impatto, che mescolano le esigenze della suite (Duke's Travels/Duke's End) con quelle della canzone (Turn It On Again, Misunderstanding, Please Don't Ask). L'album, registrato in Svezia nei Polar Studios degli ABBA, delude fortemente pubblico e critica; ciò nonostante, finisce al primo posto di tutte le classifiche d'Inghilterra e la canzone Turn It On Again diviene una hit a livello mondiale.

Dopo la prima esperienza solista di Phil Collins, Face Value nel 1981, con l'album Abacab, i Genesis cambiano completamente il loro modo di interpretare e proporre musica. Il risultato è un disco totalmente diverso dallo stile rock romantico tanto apprezzato dai loro ammiratori. Pur riuscendo a catturare nuovi estimatori tra i più giovani, deludono fortemente il loro pubblico storico, abituato a sonorità ben diverse e di non così facile fruizione, alienandone, in definitiva, le simpatie. Emergono le prime similitudini con i lavori solisti di Collins (No Reply At All e Man on the Corner). Le session del disco vedono la partecipazione della sezione fiati degli Earth, Wind & Fire, con Don Myrick, Luise Satterfield e Rahmlee Michael Davis. Addirittura, la title track dell'album, Abacab, fu impiegata per un periodo piuttosto lungo nelle discoteche, a testimonianza di quanto fosse stato brusco e repentino il cambiamento di stile dei Genesis.

Nel 1982 esce il loro terzo album live Three Sides Live, registrato durante la tournée del 1981 in Europa e in America. Il titolo sottolinea che tre della facciate dell'album sono live mentre la quarta contiene materiale inedito registrato in studio. Nella sua versione inglese, la quarta facciata del disco contiene tre brani dal vivo (One for the Vine, Fountain of Salmacis, IT/Watcher of the Skies) registrati durante precedenti tour del 1976 e del 1980.

La parte live è stata perlopiù registrata durante un tour in Nord America, nelle cui performance viene sperimentato per la prima volta in assoluto il rivoluzionario impianto di luci Vari-Lite. Ancora una volta i Genesis si confermano tra i migliori musicisti della scena, suonando dal vivo in maniera straordinaria, ma senza ormai più idee, limitandosi a proporre specularmente i loro brani più come una paradossale cover-band di sé stessi che come un gruppo che senta quelle canzoni come proprie. Collins è ormai sempre più protagonista e autonomo. Per la prima volta Daryl Stuermer, ottimo chitarrista di estrazione jazzistica, incide con i Genesis (anche se solo dal vivo). Diverrà ospite fisso anche nei dischi solisti di Collins.

Poco tempo dopo viene pubblicato un singolo, Paperlate, proveniente dalle sessioni di registrazione di Abacab e quindi eseguito con la collaborazione degli EW&F.

Il 2 ottobre 1982, la band fa la sua prima "reunion" con i fuoriusciti Gabriel e Hackett, in un unico concerto al Milton Keynes Bowl. Questo concerto ha lo scopo di aiutare Gabriel dal suo dissesto finanziario causato dall'organizzazione del progetto WOMAD. Non resta traccia di questo concerto a parte qualche bootleg non ufficiale.

Nel 1983 la band pubblica il nuovo album, intitolato semplicemente Genesis, che riprende lo stile e le sonorità del precedente Abacab, imponendo il nuovo e inconfondibile corso dei Genesis degli anni ottanta (ancora una volta per niente apprezzato dagli ammiratori di vecchia data, soddisfatti solo in parte da Mama e Home by the Sea, ma considerato comunque gradevole dalle nuove generazioni) e ottenendo un clamoroso riscontro nelle vendite. Collins sperimenta le drum machine e Tony Banks azzecca alcune trovate a effetto che renderanno famosi i due brani sopra citati, mentre Rutherford si limita a un lavoro di routine e di rifinitura interrotto soltanto dall'assolo di chitarra elettrica che chiude il brano That's All.

Il gruppo a questo punto si prende una pausa di tre anni che dura fino al 1986, anno in cui viene pubblicato Invisible Touch; e la "metamorfosi" è completa. Da questo album, che riprende le sonorità del precedente, si sprigiona un'energia del tutto nuova della quale sono un ottimo esempio brani come la title track e Tonight, Tonight, Tonight. Il lungo e variegato brano Domino, che apparentemente racconta di una catastrofe nucleare, richiama alla memoria il vecchio stile del gruppo rivisitato alla luce degli anni ottanta. La canzone Land of Confusion, il cui testo esprime profondo rammarico riguardo ai conflitti nel mondo, è un singolo di grande successo dei Genesis ed è stata eseguita molte volte durante i loro concerti. Per Land of Confusion è anche stato girato un originale e bizzarro videoclip nel quale compaiono le caricature satiriche, oltre che degli stessi membri del gruppo, di personaggi famosi come Ronald Reagan, Benito Mussolini, Muammar Gheddafi e Michail Gorbaëv.

Parallelamente, proseguono anche le carriere soliste dei tre membri. Phil Collins, dopo aver chiuso con il gruppo fusion Brand-X, ha pubblicato nel 1981 il suo primo lavoro da solista, Face Value, che ha riscosso un successo strepitoso legato soprattutto al singolo In the Air Tonight, e si appresta a pubblicare But Seriously e Both Sides. Nel frattempo, Rutherford fonda il suo gruppo Mike + the Mechanics, col quale, quasi al contempo di Invisible Touch, pubblica un album di grande successo, Mike + the Mechanics. Tony Banks pubblica album solisti fin dalla fine degli anni settanta nel suo tipico stile, ma senza ottenere validi riscontri né in termini di vendite né di critica.

Nel 1987, il gruppo intraprende un tour mondiale legato all'album Invisible Touch; memorabile, a questo proposito, la serie di concerti tenutisi per tre giorni, fra il 2 e il 4 luglio dello stesso anno, nello stadio di Wembley, a Londra, dove circa 300.000 spettatori accorrono per assistere alla performance dei loro beniamini. Secondo Phil Collins l'apice della carriera dei Genesis si condensa proprio in quelle tre serate a Wembley.

Nel 1988 i Genesis vincono un Grammy Award per il miglior concept-video musicale, grazie alla videoclip del brano Land of Confusion.

Gli ultimi album e l'abbandono di Phil Collins

Dopo l'ennesima pausa di riflessione durata circa cinque anni, durante la quale Rutherford è preso dall'attività con la sua band, Mike & the Mechanics, mentre Banks e Collins si dedicano ai loro progetti solisti, la band ritorna sui suoi passi. Nel 1991 esce infatti il nuovo lavoro We Can't Dance, album che cambia nuovamente lo stile del gruppo, grazie anche al lavoro del nuovo produttore Nick Davis, che sostituisce Hugh Padgham in tale ruolo. Con questo album i Genesis raggiungono il loro apice commerciale: con circa quindici milioni di copie, We Can't Dance risulterà essere l'album più venduto nella discografia del gruppo. Tra i brani si distinguono in particolare No son of mine, Driving the Last Spike, Jesus He Knows Me e Fading Lights, che per molti è la vera perla del disco, che richiama, con i suoi lunghi intermezzi strumentali e il lungo assolo di Tony Banks alle tastiere, lo stile dei "primi Genesis". Per No Son of Mine, Jesus He Knows Me, Tell Me Why e I Can't Dance, inoltre, sono stati girati anche quattro videoclip.

Dopo la pubblicazione di We Can't Dance, i Genesis organizzano una trionfale tournée per l'Europa; addirittura, registrano il tutto esaurito a Knebworth davanti al più folto pubblico da loro mai richiamato in Inghilterra in così poche date (gli addetti ai lavori stimano che il numero degli spettatori si aggirasse intorno alle 130.000 persone in soli due giorni di concerto).

Nel 1993 viene pubblicato il quarto album live, The Way We Walk, (suddiviso in due parti, definite rispettivamente The Shorts e The Longs) registrato durante la tournée europea del 1992, durante la quale i Genesis si confermano all'avanguardia anche in ambito tecnologico in quanto sono la prima band a impiegare nei concerti gli schermi ad alta definizione Sony Jumbotrons. Per la seconda volta compare in un LP live Daryl Stuermer alla chitarra e per l'ultima volta Phil Collins alla batteria e alla voce.

L'allontanamento dal gruppo di Phil Collins, sempre più impegnato nella sua carriera da solista, crea non poche difficoltà ai due "superstiti" storici: nel 1997 esce l'ultimo lavoro dei Genesis intitolato Calling All Stations, inciso coi batteristi Nir Zidkyahu e Nick D'Virgilio e il cantante scozzese degli Stiltskin Ray Wilson al posto di Collins, che durante il provino aveva favorevolmente colpito Rutherford e Banks. È effettivamente l'ultimo tentativo di dare alla luce un album che si avvicini alle melodie tanto amate dei "vecchi" Genesis, ma proposte nell'occasione con una formula che non riesce a ricreare la vecchia magia. L'album, infatti, pur ottenendo un buon successo in Gran Bretagna e nel resto d'Europa, viene pressoché ignorato negli Stati Uniti, dove invece Banks e Rutherford puntano. Calling All Stations resta tuttora l'ultimo album in studio dei Genesis; nel 2000, tre anni dopo la sua pubblicazione, Wilson lascia il gruppo e i superstiti Banks e Rutherford si prendono un'ennesima e lunga pausa.

La reunion

Nel 2005 e 2006 si moltiplicano le voci in merito a una possibile reunion del gruppo. Steve Hackett ne parla al Chicago Sun-Times durante un'intervista, successivamente arriva una conferma di Collins e, più recentemente, quella di Gabriel. Nel novembre 2006 la reunion diventa realtà, sebbene senza la presenza di Gabriel e Hackett. Banks, Collins e Rutherford tengono una conferenza stampa nella quale annunciano il Turn It On Again Tour, con il quale nel 2007 si esibiranno in una ventina di show in Europa e altrettanti negli USA, accompagnati come sempre dai fidi Chester Thompson e Daryl Stuermer.

Il 25 maggio i Genesis partecipano al VH1 Rock Honors suonando No Son of Mine, Los Endos e Turn It On Again. I Keane, alla stessa manifestazione, hanno suonato That's All come tributo al grande gruppo.

Apparizioni recenti

  • Il 7 luglio del 2007 i Genesis hanno aperto il concerto del Live Earth al nuovo Wembley Stadium di Londra.
  • Il 14 luglio tornano a Roma e suonano al Circo Massimo, in occasione del Telecomcerto, chiudendo la tournée europea del Turn It On Again Tour, che festeggia la loro reunion: oltre 500 000 gli spettatori accorsi per assistere all'avvenimento.

Durante il concerto, durato all'incirca due ore e mezzo, il gruppo suona molte delle canzoni di maggior successo della propria carriera. Introdotta da un "intro" tratto da Behind the Lines" e "Duke's End; la performance prosegue poi con Turn It On Again; a No Son of Mine, segue un brano tratto da Invisible Touch, ovvero Land of Confusion; in sequenza, il medley formato da In the Cage", estratti di "The Cinema Show" e "Duke's Travels", e da "Afterglow. Seguono Hold On My Heart, "Home by the sea/Second home by the sea", "Follow You Follow Me, l'estratto strumentale di "Firth of Fifth" e "I Know What I Like" con un breve richiamo a "Stagnation" accompagnati da spettacolari effetti speciali. Notevoli sono anche le esecuzioni di Mama e Ripples (brano eseguito dal vivo per la prima volta dopo vent'anni), mentre in Throwing It All Away, Domino e "Home by the sea", eseguito prima, Phil Collins interagisce con il pubblico. Drum Duet introduce quindi Los Endos; seguono Tonight Tonight Tonight e Invisible Touch. Uno spettacolo pirotecnico precede il finale nel quale vengono eseguite I Can't Dance e The Carpet Crawlers, chiudendo quella che, come dice Collins, «è stata una serata speciale». Dalla serata è stato tratto il DVD When in Rome 2007, uscito nel 2008. Da rilevare il fatto che Phil Collins ha cantato tutti i brani con un tono inferiore rispetto agli originali; questo a causa dei suoi noti problemi di udito per i quali era stato costretto ad abbandonare le esibizioni live per lungo tempo.

Il 15 marzo 2010 i Genesis sono stati ammessi alla Rock and Roll Hall of Fame nella formazione comprendente Gabriel, Banks, Collins, Hackett e Rutherford. Alla premiazione i membri del gruppo (tutti presenti tranne Gabriel) non hanno suonato: la band Phish ha eseguito Watcher of the Skies e No Reply At All. Nonostante questo, nessun album della band è presente nella classifica dei 500 dischi più importanti della musica rock, stilata dalla rivista Rolling Stone.[5]

Ispirazioni e influenze

Le composizioni dei Genesis sono influenzate da svariati generi musicali, dalla musica classica fino al rock e al jazz. Alcuni dei loro contemporanei o immediati predecessori, come i Beatles, i Rolling Stones, i Beach Boys, i Bee Gees o il duo Simon and Garfunkel, sono fonte di ispirazione della band britannica. Ovviamente, poi, ciascuno dei componenti ha le proprie principali ispirazioni. Ad esempio, Tony Banks nutre una grande ammirazione per l'ex-tastierista del gruppo inglese The Animals, Alan Price, famoso per essere stato un virtuoso dell'organo Hammond, nonché per essere stato il primo a utilizzare tale strumento nell'ambito della musica rock. Banks ha anche citato, a questo proposito, Keith Emerson, tastierista che, una volta abbandonati i Nice, andò a formare, nel 1970, il celebre supergruppo Emerson, Lake & Palmer. Inoltre, il tastierista dei Genesis ha anche dichiarato di essere rimasto fortemente colpito da uno degli album più famosi dei Beach Boys, Pet Sounds. Il modo di cantare di Gabriel, invece, è influenzato dalla musica soul e blues, ma anche e soprattutto da Nina Simone e King Crimson; lo si può notare nel primo album in studio, From Genesis to Revelation. Nonostante si riscontrino delle evidenti rassomiglianze fra Gabriel e David Bowie, sia nel cantato che nella teatralità durante i live, nessuno dei due ha mai dichiarato di aver preso in considerazione lo stile dell'altro. Infine, Phil Collins, fra le sue principali influenze, ha citato Buddy Rich e i gruppi jazz Mahavishnu Orchestra e Weather Report.[6]

Influenze su altri gruppi

Attualmente, non sono molti i gruppi di rilievo influenzati dallo "stile Genesis" che catturò l'attenzione di molti ammiratori negli anni settanta. Infatti, come ha dichiarato in una recente intervista Tony Banks, «il nostro stile, che ci contraddistinse in quel periodo, non è più seguito perché troppo dejà-vu; la gente ormai preferisce adattarsi alla musica pop, più commerciale e orecchiabile, piuttosto che a musica complessa ed elaborata qual era quella dei "primi Genesis"». Tuttavia, fra i gruppi neo-progressive di maggior successo, possiamo citare i Dream Theater, i Marillion, gli Spock's Beard e gli IQ, influenzati soprattutto dai Genesis, ma anche da Emerson, Lake & Palmer e Yes.

Tribute Band

Numerosi sono inoltre i gruppi cover che si cimentano nella riproposizione di brani dei Genesis. Nelle piazze, nei locali e nei teatri di città e provincia sono centinaia le rappresentazioni che, ogni anno, vengono dedicate ai Genesis. Tra le band più note i canadesi The Musical Box, che mettono in scena una fedele riproposizione di allestimenti, musiche e costumi dei Tour di Foxtrot, Selling England by the Pound, The Lamb Lies Down on Broadway e A Trick of the Tail, e la tribute band italiana dei The Watch.

Formazione

Formazioni dei Genesis
  1967 Gabriel, Phillips, Rutherford, Banks, Stewart
  1968 Gabriel, Phillips, Rutherford, Banks, Silver
  1969 Gabriel, Phillips, Rutherford, Banks, Mayhew 1
  1970 Gabriel, Hackett, Rutherford, Banks, Collins 2
  1975 Hackett, Rutherford, Banks, Collins ³
  1977 Rutherford, Banks, Collins 4
  1997 Wilson, Rutherford, Banks 5
  1999 Periodo di silenzio
  2006 Rutherford, Banks, Collins 4
MUSICISTI OSPITI
1 David Thomas
2 Mick Barnard
³ Bill Bruford
4 Chester Thompson, Daryl Stuermer
5 Nick D'Virgillio, Nir Zidhyaku, Ant Drennan
Formazione attuale
Formazione classica (1971-1975)
Ex componenti
  • Peter Gabriel voce, percussioni, fiati (1967-1975)
  • Anthony Phillips chitarra (1967-1970)
  • Chris Stewart batteria (1967-1968)
  • Jonathan Silver batteria (1969)
  • John Mayhew batteria (1970)
  • Steve Hackett chitarra (1971-1977)
  • Ray Wilson voce (1996-2000)
Partecipazioni
  • David Thomas cori (1969)
  • Mick Barnard chitarra (1970)
  • Bill Bruford batteria dal vivo (1976)
  • Chester Thompson batteria dal vivo (1977-1992)
  • Daryl Stuermer chitarra e basso dal vivo (1978-1992)
  • Don Myrick Abacab sessions (1981)
  • Luise Satterfield Abacab sessions (1981)
  • Rahmlee Michael Davis Abacab sessions (1981)
  • Michael Davis Abacab sessions (1981)
  • Anthony Drennan chitarra e basso dal vivo (1998)
  • Nir Zidkyahu batteria (1997-1998)
  • Nick D'Virgilio batteria (1997)

Cronologia della formazione

(* ospiti e collaboratori)

Discografia

Album studio

Data di uscita Titolo Posizione in classifica
U.K. U.S. GER
7 marzo 1969 From Genesis to Revelation numero 170
23 ottobre 1970 Trespass numero 98
12 novembre 1971 Nursery Cryme numero 39
6 ottobre 1972 Foxtrot numero 12 numero 45
12 ottobre 1973 Selling England by the Pound numero 3 Silver numero 70 Gold
18 novembre 1974 The Lamb Lies Down on Broadway numero 10 Gold numero 41 Gold
20 febbraio 1976 A Trick of the Tail numero 3 Gold numero 31 Gold numero 43
23 dicembre 1976 Wind and Wuthering numero 7 Gold numero 26 Gold numero 19
7 aprile 1978 And Then There Were Three numero 3 Gold numero 14 Platinum numero 2
28 marzo 1980 Duke numero 1 Platinum numero 11 Platinum numero 2
18 settembre 1981 Abacab numero 1 Gold numero 7 2× Platinum numero 6 Gold
3 ottobre 1983 Genesis numero 1 2× Platinum numero 9 4× Platinum numero 1 Platinum
9 giugno 1986 Invisible Touch numero 1 4× Platinum numero 3 6× Platinum numero 2 Platinum
11 novembre 1991 We Can't Dance numero 1 5× Platinum numero 4 4× Platinum numero 1 (24) 5× Platinum
1º settembre 1997 Calling All Stations numero 2 Gold numero 54 numero 2 Gold

Album dal vivo

Data di uscita Titolo Posizione in classifica
U.K. U.S. GER
3 agosto 1973 Genesis Live numero 9 numero 105
21 ottobre 1977 Seconds Out numero 4 Gold numero 47 numero 17 Gold
1º giugno 1982 Three Sides Live numero 2 Gold numero 10 Gold numero 22
16 novembre 1992 The Way We Walk, Volume One: The Shorts numero 3 2x Platinum numero 35 Gold numero 2 3x Gold
11 gennaio 1993 The Way We Walk, Volume Two: The Longs numero 1 Gold numero 20 numero 2
26 novembre 2007 Live Over Europe 2007 numero 51 numero 16

La consuetudine di aprire il concerto con un pezzo dell'album precedente a quello oggetto del tour disciplina le setlist del post Gabriel con le eccezioni del A trick of the tail tour (1976) e dell'Encore Tour di Abacab (1982). In entrambi i casi la prima canzone in scaletta era Dance on a Volcano del disco A trick of the tail. La regola non è applicabile al Turn it on again Tour del 2007.

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 allmusicguide. URL consultato il 4 maggio 2010 .
  2. Dato da Songwriters Hall of fame. URL consultato il 23 gennaio 2008 .
  3. Dato su Atlanticrecords.com. URL consultato il 23 gennaio 2008 .
  4. Dato da Myworldmat.com. URL consultato il 30 marzo 2008 .
  5. Pagina sul sito ufficiale della Rock and Roll Hall of Fame (in en). URL consultato il 18 marzo 2010 .
  6. Dato su Genesismuseum.com. URL consultato il 6 febbraio 2008 .

Bibliografia

  • Kim Poor, Genesis Lyrics Illustrated By Kim Poor, Sidgwick & Jackson, 1979
  • Sergio D'Alesio, Genesis, * Lato Side, Editori, 1981
  • Armando Gallo, Genesis, la loro leggenda, D. I.Y. books Europa, 1981
  • Giampiero Vigorito, Genesis, Gammalibri, 1982
  • Genesis, testi con traduzione a fronte, Arcana Editrice, 1982
  • Armando Gallo, From One Fan To Another, Omnibus Press, London 1984
  • Mario Giammetti, Genesis Story, Gammalibri, 1988
  • Mario Giammetti, Genesis discografia 1968/1993, Kaos, 1994
  • Alan Hewitt, Opening The Musical Box, cronistoria dei Genesis, Edizioni Segno, 2002
  • Mario Giammetti, Genesis, il fiume del costante cambiamento, Editori Riuniti, 2004
  • P. Dodd (a cura di), Genesis. Revelations, De Agostini, 2007
  • Giovanni De Liso, Genesis - Once Upon a Time, Arcana 2009
  • Mario Giammetti, Musical Box - Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z, Arcana, 2010
  • Mario Giammetti, Genesis - Gli anni prog, Giunti, 2013

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