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Musicista

Frank Sinatra

Frank Sinatra - © (at Girl's Town Ball in Florida, 03/12/1960)

nato il 12.12.1915 a Hoboken, NJ, Stati Uniti d'America

morto il 14.5.1998 a Los Angeles, CA, Stati Uniti d'America

Frank Sinatra

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Francis Albert "Frank" Sinatra (Hoboken, 12 dicembre 1915 – West Hollywood, 14 maggio 1998) è stato un cantante, attore e conduttore televisivo statunitense.

Noto in Italia soprattutto come The Voice, negli Stati Uniti d'America e in altri Paesi era conosciuto anche con soprannomi come Ol' Blue Eyes, Frankie, Swoonatra (derivato dal verbo swoon, "svenire", riferito all'effetto che produceva sulle sue ammiratrici) e molti altri. Fu un personaggio importante e carismatico dell'intrattenimento statunitense e mondiale, ed è entrato nella leggenda per l'eterna giovinezza delle sue canzoni e della sua voce, riuscendo ad imporsi nel panorama musicale mondiale dal primo dopoguerra fino ai giorni nostri, grazie ad un'intensa attività durata ben 63 anni, dal 1932 al 1995, anno in cui tenne il suo ultimo concerto dal vivo.

Con 150 milioni di dischi venduti[4] è considerato uno dei più prolifici artisti musicali. Nella sua lunghissima carriera, che ha coperto ben sette decenni, si è aggiudicato due premi Oscar (più un Premio umanitario Jean Hersholt), due Golden Globes, ventuno Grammy Awards, un Emmy Award, il Cecile B. De Mille Award, un Peabody, il Kennedy Center Honors nel 1983.

Nel 1985 ricevette la Presidential Medal of freedom (Medaglia presidenziale della libertà) e nel 1997 gli Stati Uniti lo onorarono con la Congressional Gold Medal (Medaglia d'oro del Congresso). Oltre 2200 brani e più di 60 album di canzoni inedite pubblicati (esclusi i postumi e le raccolte) ne fanno uno dei cantanti con la maggior produzione discografica della storia.

Biografia

La famiglia e l'infanzia

Frank Sinatra nacque a Hoboken nel 1915 da genitori di origini italiane.

Un delitto d'onore sarebbe all'origine della sua gloria, un omicidio commesso all'inizio del Novecento dal padre Saverio quando, ancora giovanissimo, viveva a Lercara Friddi, dove era nato il 4 maggio 1892 e dal quale sarebbe stato costretto a emigrare per sfuggire alla giustizia italiana. Sinatra deve la sua fortuna proprio al padre, che assunse in America il nome Anthony Martin e che dopo aver intrapreso vari mestieri, tra cui l'operaio, il calzolaio e il pugile, chiese la mano di Natalina, ribattezzata Dolly, bambola. Pur avversati dalla famiglia di lei, contraria al loro matrimonio, i due si sposarono il giorno di San Valentino del 1914 a Jersey City. In seguito la coppia si trasferì a Hoboken e Frank, loro primo e unico figlio, nacque il 12 dicembre dell'anno successivo al 415 di Monroe Street[5].

Il padre dopo aver proseguito con il pugilato (arriverà a sostenere 30 incontri), aprì un bar e e divenne anche capitano dei vigili del fuoco. La madre, che gestiva un modesto negozio e svolgeva piccoli lavori per famiglie, acquisì una certa influenza nel vicinato grazie al suo attivismo per il Partito Democratico. Coi genitori sempre al lavoro, il piccolo Frank passava parecchio tempo con la nonna e la zia e crebbe velocemente, influenzato dal carattere duro e generoso del padre e da quello gentile e nel contempo determinato della madre. A scuola, Frank cominciò ad imitare comici e stelle del cinema, ponendosi al centro dell'attenzione degli altri ragazzi.

Durante la crisi del '29, i Sinatra riuscirono a non far mancare quasi nulla a Frank, arrivando persino a trasferirsi in un appartamento con tre camere da letto, poco distante dal quartiere di Little Italy. Dopo le imitazioni, Frank provò anche a cantare e a quindici anni, nel 1930, fece il suo "debutto" al liceo, la A. J. Demarest High School, venendo applaudito dai compagni. La musica sembrava stargli a cuore più dello studio, e la scuola lo espulse. Frank disse apertamente ai suoi genitori di voler provare a fare il cantante: la madre si rassegnò ad assecondarlo, ma il padre volle che si cercasse un vero lavoro e che tornasse possibilmente a scuola.

Frank cominciò così col lavorare di giorno, prima in una libreria, poi come operaio portuale, anche se la sua passione rimaneva il canto, passione che cercava di soddisfare non appena gli si presentasse l'occasione. A un certo punto, Anthony Martin cacciò il figlio di casa. Frank, quindi, si trasferì a New York in cerca di un lavoro stabile, ma fu costretto a ritornare a Hoboken poco dopo. È a quel punto che a Frank Sinatra venne l'idea di provare a farsi pagare per la sua voce.

Primi anni e primo ciclo di successi

Frank Sinatra decise di diventare un cantante sull'onda dell'ammirazione per Bing Crosby, che ascoltava spesso alla radio. Iniziò a cantare, come da lui stesso raccontato durante svariati concerti, in piccoli locali del New Jersey, come "saloon singer", tra il 1931 e il 1932, facendosi notare dal trombettista Harry James. Nel 1935 costituì il suo primo gruppo, gli Hoboken Four, con il quale vinse nello stesso anno il concorso per giovani talenti emergenti organizzato dal Radio Major Bowes' Amateur Hour.

Si esibiva in una ventina di spettacoli alla settimana, ma gli introiti totali ammontavano a soli 70 cents per 7 giorni. Nel 1938 Sinatra arrivò al Rustic Cabin, un saloon che trasmetteva spettacoli dal vivo nella Dance Parade di New York, e fu assunto come intrattenitore ufficiale del locale. Nel novembre di quell'anno, venne arrestato e trattenuto per diversi giorni con l'accusa di molestie nei confronti di una ragazza che sarebbe divenuta in seguito la sua prima moglie, Nancy Barbato.

Dopo una breve ma intensa collaborazione con l'orchestra di James, con cui, nell'estate del 1939, Sinatra registrò Ciribiribin e All or Nothing at All; nel 1940 si unì all'orchestra di Tommy Dorsey, con la quale divenne famoso come cantante anche grazie al singolo I'll Never Smile Again per la Victor, e che raggiunse la prima posizione negli Stati Uniti per ben dodici settimane, e vinse la Grammy Hall of Fame 1982. Sinatra piaceva molto ai giovanissimi, un pubblico completamente nuovo per la musica leggera, che fino ad allora si era rivolta soprattutto agli adulti. In pratica, Frank Sinatra fu il primo teen idol, un idolo per gli adolescenti.

Dopo un'esperienza nell'esercito statunitense come intrattenitore delle truppe, tra il 1941 e il 1942, durante la seconda guerra mondiale, Sinatra ritornò a cantare. Sono da ricordare, in questo periodo, alcune sue famose incisioni con l'etichetta V-Disc a favore delle truppe americane in guerra. Proprio nel 1942 lasciò la band di Tommy Dorsey e siglò un contratto con la Columbia Records; conobbe un enorme successo e, a cavallo tra il 1943 e il 1944, entrando per ben 23 volte nella top ten delle classifiche americane. Sinatra ben presto venne considerato il più grande cantante statunitense dopo Bing Crosby, il suo idolo giovanile.

In questo periodo si affermò come "The Voice" ("la Voce"), un soprannome prestigioso conosciuto in tutto il mondo. Altri suoi soprannomi meno noti, almeno fuori dagli Stati Uniti, erano "Ol'Blue Eyes" (vecchi occhi azzurri), "Swoonatra" (da to swoon= svenire, per l'effetto che aveva sulle ammiratrici) o "Chairman of the Board (of Show-Business)" (il presidente del consiglio di amministrazione dello spettacolo). Al cinema, dopo un paio di film minori nel 1940 e 1942, ebbe il ruolo di protagonista nella commedia musicale Higher and Higher, nel 1944; l'anno dopo è in Due marinai e una ragazza (Anchors aweigh), accanto a Gene Kelly, che gli insegnerà a ballare.

Negli stessi anni, Sinatra diventò la voce più popolare anche alla radio. Nel 1946 viene invitato ad un gala-party all'Avana, e in quell'occasione sembra siano nati i suoi oscuri rapporti con la mafia, di cui si parlerà in seguito. Sempre nel 1946, con il disco Five Minutes More raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 per due settimane. Tra il 1947 e il 1948 lavorò senza sosta a New York City, al Madison Square Garden, al Waldorf Astoria e al Capitol Theater. Il 13 ottobre 1947 a Hoboken, nel New Jersey, venne istituito il Frank Sinatra Day, e nel 1949 fu interprete, assieme a Gene Kelly, Ann Miller e Betty Garrett, di Un giorno a New York (On the town), film di enorme successo, che ad oggi è considerato uno dei migliori musical della storia del cinema.

La crisi

Nel 1950, la scadenza del contratto cinematografico con Louis B. Mayer venne a fargli mancare una parte consistente del suo reddito. Sinatra dovette allora cercare quante più scritture possibili come cantante, e si vide costretto ad accettare anche ingaggi-capestro, come quello al Copacabana Club di New York che prevedeva ben tre concerti per sera: all'inizio fu un grande successo, ma in seguito questo produsse degli effetti deleteri sulle sue performance e sul suo stato generale di salute, tanto che una sera, all'inizio del suo terzo show, la sua voce collassò: una emorragia sottomucosa aveva messo fuori uso le sue corde vocali, e sui giornali si cominciò a sostenere che Sinatra fosse finito come cantante.

Per fortuna, smentendo i più infausti pronostici, la guarigione arrivò presto, e nello stesso anno tenne un'esibizione al Palladium di Londra; nei successivi due anni riprese ad incidere e prese parte a due film, Questi dannati quattrini e Lasciami sognare, che ebbero un pessimo risultato al botteghino; intanto era venuto a mancare il supporto sia della MCA, sua agenzia da molti anni, sia della Columbia Records, che aveva lasciato scadere il contratto. A tutto ciò si aggiunse la persecuzione da parte dell'ufficio delle imposte americano, che chiedeva il recupero di arretrati non pagati.

In campo sentimentale, dopo la separazione dalla prima moglie, la successiva tormentata relazione con l'attrice Ava Gardner lo aveva messo in serie difficoltà: i continui litigi durante la tournée che lo aveva portato per tre mesi in Europa, toccando anche Roma e Napoli, avevano alimentato il gossip delle riviste specializzate, e lo stress lo aveva portato più di una volta a tentativi di suicidio.

Il rilancio

Snobbato dalla RCA e dalla Decca, Sinatra venne scritturato dalla Capitol Records che aveva allevato artisti come Nat King Cole, Peggy Lee e Stan Kenton. Il 14 marzo 1953 firmò quello che sembrava un contratto per sette anni, ma in realtà si trattava di un contratto per un anno con sei opzioni annuali di rinnovo. Nelle condizioni in cui Sinatra versava in quel momento, si trattava di un'offerta abbastanza generosa, e Frank decise di accettare.

Alan Livingston – all'epoca vice direttore vendite della Capitol – fu uno degli artefici dell'ingresso di Frank Sinatra nella scuderia; altre due persone si proposero di curare l'operazione-Sinatra: Dave Dexter e Voyle Gilmore. Il primo si offrì come produttore, ma Sinatra scelse Gilmore. Dexter rivelò il motivo di questa scelta solo qualche anno più tardi: Sinatra non aveva dimenticato la sua recensione negativa, pubblicata dalla rivista Downbeat, di un suo vecchio disco uscito per la Columbia.

Come arrangiatore fu scelto il giovane Nelson Riddle, che aveva già firmato numerosi successi di Nat King Cole, fra i quali Mona Lisa e Unforgettable. Ma Sinatra, nell'intento di ricreare l'atmosfera delle sue hits con la Columbia, richiamò a dirigere l'orchestra che lo avrebbe accompagnato il suo amico Axel Stordahl. Il 2 aprile 1953, con un'orchestra di 20 elementi, vennero incisi quattro brani. Uno di essi, I'm walking behind you, entrò subito in classifica e vi rimase dieci settimane, arrivando al settimo posto.

Per le successive incisioni, e contro le insistenze della Capitol che voleva ancora imporre Riddle come arrangiatore, Sinatra scelse Billy May, un musicista che non utilizzava archi, ma una big band costituita da quattro trombe, quattro tromboni, cinque sax, più la sezione ritmica di 4 elementi e che gli diede l'opportunità di sfoderare il suo innato senso dello swing. South of the Border fu il brano che entusiasmò il pubblico con questo nuovo stile. I've got the world on a string fu invece la prima canzone che venne pubblicata con Nelson Riddle come arrangiatore e direttore d'orchestra. Frank si convinse finalmente ad utilizzarlo quando Axel Stordahl si trasferì a New York per lavorare con Eddie Fisher.

In quegli anni, accanto al fragile 78 giri di resina di gommalacca, l'industria discografica cominciava a proporre il più moderno microsolco, e fu proprio grazie a questo supporto che avvenne il grande rilancio discografico di Sinatra. L'LP Songs For Young Lovers, che aveva allora un diametro di 25 cm e conteneva otto brani, è considerato il primo esempio di concept album, cioè di raccolta di brani legati da un filo conduttore, e fu un enorme successo sia per il cantante sia per il nuovo formato, che fino a quel momento era stato accolto con scetticismo.

A questo album ne seguirono altri, quasi sempre proposti come raccolte di brani con uno stile e un argomento comune. Tutti furono grandissimi successi di pubblico e di critica, e ancora oggi gli album incisi da Sinatra per la Capitol sono considerati quelli meglio riusciti artisticamente.

Sinatra bussò ancora alla porta del cinema, usando ogni possibile mezzo per ottenere il ruolo del soldato Angelo Maggio nel film di Fred Zinnemann, uno dei più celebri registi dell'epoca, Da qui all'eternità del 1953, accanto a Deborah Kerr, Burt Lancaster e Montgomery Clift, accontentandosi di un compenso di soli mille dollari alla settimana.

La stampa insinuò in seguito che il contributo definitivo alla sua scrittura nel film provenisse da John Roselli, famoso mafioso italo-americano, ma in realtà Sinatra riuscì a convincere il produttore solo grazie alla sua perseveranza. Per Sinatra la pellicola segnò il grande ritorno alla celebrità: durante la serata degli Academy Awards del 1954 l'attrice Mercedes McCambridge pronunciò il suo nome quale assoluto vincitore dell'Oscar come miglior attore non protagonista. Il successo cinematografico gli fece ottenere un nuovo contratto con l'agenzia William Morris, e rilanciò definitivamente la sua carriera di cantante.

Nel 1955 sfiorò il secondo Oscar grazie alla nomination per l'intensa interpretazione del giocatore di poker drogato nel film di Otto Preminger L'uomo dal braccio d'oro in cui era protagonista con Kim Novak. Due anni dopo, nel 1957, ottenne un altro grande successo con Pal Joey, in cui recitava a fianco di Rita Hayworth e ancora Kim Novak e cantava The Lady Is a Tramp, che divenne un classico del suo repertorio.

È proprio intorno alla metà degli anni cinquanta, parallelamente alla sua rifiorita carriera cinematografica, che Sinatra registra alcuni dei brani considerati punte di diamante della sua carriera di cantante, contenuti in album come il già citato Songs for Young Lovers, che conteneva My Funny Valentine, I Get a Kick Out of You e They Can't Take That Away from Me, capolavori dei compositori Lorenz Hart, Richard Rogers e i fratelli George e Ira Gershwin, arrangiati da Nelson Riddle, In the Wee Small Hours, del 1955, in cui erano contenuti In the Wee Small Hours of the Morning, Last Night When We Were Young e This Love of Mine e, nel 1956 Songs for Swingin' Lovers!, che racchiudeva la celebre I've Got You Under My Skin, You Make Me Feel So Young, Pennies from Heaven e Too Marvelous for Words. Nel 1957 uscirono addirittura quattro album, e tra il 1958 e il 1960 ben sette, inclusi Only the lonely e Nice n' Easy. Frank Sinatra era ormai divenuto leggenda.

Il "Rat Pack"

Tra la fine degli anni cinquanta e sessanta Sinatra lavorò molto a Las Vegas. A quel periodo risale la formazione del Rat Pack: un gruppo di amici, che "accidentalmente" erano anche famosi uomini di spettacolo. Oltre a Sinatra, facevano parte del gruppo Dean Martin (il miglior amico di Sinatra), Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Joey Bishop a cui, saltuariamente, si univa anche l'attrice Shirley MacLaine. Il Rat Pack divenne celebre grazie al film Colpo grosso (Ocean's Eleven), che racconta di una rapina in un casinò di Las Vegas, e di cui verrà girato un remake nel 2001.

Sinatra e gli altri membri del Rat Pack giocarono un ruolo importante nella lotta alla segregazione razziale negli alberghi e casinò del Nevada, evitando di frequentare quelli che si rifiutavano di servire Sammy Davis Jr. in quanto nero. Vista la popolarità del gruppo, molti locali adottarono un atteggiamento più tollerante, pur di poter vantare la presenza di ospiti così celebri. Nel 1960 Frank Sinatra era da quasi 25 anni una stella dello spettacolo mondiale, potendo permettersi di fondare la propria etichetta, la Reprise Records.

Indicando ad un amico la Capitol Tower, la sede della Capitol Records, disse: «La vedi? Io li ho aiutati a costruirla. Adesso è ora di costruirne una mia». L'aneddoto potrebbe essere vero, ma la torre della Capitol era già stata costruita quando Sinatra venne ingaggiato, e i cronisti sapevano che il vero artefice della fortuna commerciale della Capitol non fu tanto Sinatra quanto Nat King Cole. Come già accennato, Sinatra fu spesso accusato di essere coinvolto con la mafia che lo avrebbe aiutato a fare carriera. J. Edgar Hoover, leggendario direttore dell'FBI, sospettò di Sinatra per anni, al punto che il fascicolo su di lui arrivò a ben 2.403 pagine.

Sinatra negò sempre pubblicamente le accuse, anche durante un processo del 1981 nel quale venne chiamato a testimoniare e, pur indagato, non fu mai ufficialmente incriminato per reati di tipo mafioso. In questo processo emerse, tra le altre prove, un'inequivocabile foto che ritraeva un Sinatra sorridente, già avanti negli anni e attorniato da un gruppo di uomini tra i quali si riconoscevano alcuni esponenti della criminalità organizzata, in particolare Carlo Gambino, in quegli anni il numero uno della mafia italo-americana. A proposito di quella foto, Sinatra affermò che, come per tutti gli artisti, anche per lui era una consuetudine farsi fotografare con chiunque venisse a visitarlo in camerino dopo gli spettacoli: di certo sarebbe stato imbarazzante, si giustificò Sinatra, chiedere informazioni a ciascuno sulla propria fedina penale.

La seconda giovinezza

Nel 1965 vince il Grammy Award alla carriera. Tra il 1965 e il 1969 apparve in molti special televisivi, dove cantò in coppia con la figlia Nancy, Ella Fitzgerald, il cantante e compositore brasiliano Antonio Carlos Jobim, The Fifth Dimension e Diahann Carroll e nel 1971 si esibì al Royal Festival Hall di Montecarlo, alla presenza di Sua Altezza la principessa di Monaco Grace Kelly, sua vecchia partner in Alta società (High Society), il suo ultimo film. Nel 1966 il singolo Strangers in the Night raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100.

Nel dicembre del 1966, Jobim ebbe motivo per sentirsi davvero turbato. Era ritornato in Brasile e si trovava nel suo rifugio prediletto, il Veloso, in un giro serale di birra alla spina con gli amici. Allorché arrivò una telefonata e quando questi rispose dall’altra parte della cornetta qualcuno disse: «Le passo Frank Sinatra». Jobim rimase alquanto interdetto, osservando una lunga pausa di silenzio. In quel periodo se qualcuno lo avesse chiamato al telefono e, dall’altra parte della linea, a migliaia di chilometri di distanza, ci fosse stato Frank Sinatra, sarebbe stato un motivo per fermarsi a riflettere.[6]

Attorno alla fine del decennio, Sinatra meditò seriamente di ritirarsi dal mondo dello spettacolo, sotto i colpi dell'avanzata della Beat Generation, del rock e delle nuove culture che si stavano diffondendo dopo il '68.

"The Voice" non nascose negli ultimi anni, un profondo rispetto e ammirazione per la voce di Mina, già allora notissima cantante, conosciuta anche all'estero. E proprio per l'eventuale ritiro aveva in mente di esibirsi in diversi concerti in coppia con lei, a cui avrebbe lasciato il testimone dei suoi successi. La stessa Mina compì una tournée, con successo, negli Stati Uniti, e si rese conto dell'enorme macchina dello spettacolo e del business che girava intorno, enormemente più ampia di quello italiana. Ne rimase profondamente impressionata e, quando fece ritorno in Italia, cadde ammalata per qualche tempo. Pare che Joe Adonis, legato agli ambienti mafiosi americani, si sia recato a Milano per conto di Sinatra con il contratto già pronto da consegnare al padre di Mina, allora manager della figlia; tuttavia, vedendola ammalata, Adonis preferì rinunciare al progetto e tornò a Los Angeles.

Sinatra, anche grazie al successo mondiale che ottenne da lì a poco con altri album, in cui erano contenuti brani leggendari come Strangers in the Night e My Way (incisi tra il 1967 e il 1969 e in cui usava sonorità nuove) continuò ad esibirsi dal vivo per almeno un altro paio di anni. Nel marzo 1971, durante un'intervista concessa dopo la Notte degli Oscar, stupì i giornalisti affermando che per almeno un anno avrebbe interrotto ogni attività e si sarebbe dedicato solamente alla famiglia e al tempo libero (decisione dettata, secondo alcuni, da un esaurimento nervoso). Si esibì, quindi, in un concerto "d'addio", come lui lo volle chiamare, al Ahmanson Theatre di Los Angeles, durante un'emozionante serata estiva, il 13 giugno 1971.

Dopo due anni di completo relax, nell'aprile del 1973 ritornò a cantare con uno strepitoso successo alla Casa Bianca per la festa degli italo-americani, alla presenza del presidente statunitense Richard Nixon e del presidente del consiglio italiano Giulio Andreotti. Nello stesso anno partecipò allo spettacolo televisivo a scopo benefico Telethon, cosa che ripeté per diversi anni. In un'occasione riuscì addirittura a riunire sul palco la coppia Jerry Lewis (mattatore del programma) - Dean Martin, scioltasi diversi anni prima.

Nel gennaio 1974 rientrò anche a Las Vegas, con diverse serate al Caesars Palace, e, ad ottobre dello stesso anno, fece un trionfale ritorno a New York con un paio di concerti al Madison Square Garden, esibendosi al centro di un ring dove si svolgevano abitualmente incontri di pugilato; l'organizzatore giustificò questa scelta dicendogli che lui era sempre stato un combattente e che era quello il suo palco ideale. I due concerti presero il nome di The Main Event e furono trasmessi in televisione e seguiti da circa 100 milioni di persone negli Stati Uniti. Il 1977 fu un anno triste per Sinatra: la madre scomparve in un incidente aereo mentre lo raggiungeva in Nevada dove lui si sarebbe dovuto esibire.

A settembre, durante un concerto di beneficenza che tenne a Las Vegas per ricordarla, raccolse la cifra record di 6 milioni di dollari. In quella occasione onorò anche il cantante Elvis Presley, scomparso pochi mesi prima, chiedendo un minuto di silenzio in suo ricordo e dedicandogli "My Way". Nel 1979 Sinatra venne festeggiato, a sorpresa, in occasione dei quarant'anni di carriera (iniziata nel 1935, ma ufficialmente nel 1939, con la registrazione della prima canzone, All or Nothing at All), al Caesars Palace di Las Vegas.

Alla serata di festa intervennero star internazionali e vecchie glorie dello Star System, come Glenn Ford, Lucille Ball, Orson Welles, Dean Martin, Tony Bennett, James Cagney, Paul Anka, Milton Berle, Sammy Davis Jr., Peter Falk, Robert Mitchum, Dionne Warwick, Gene Kelly, Cary Grant, (il quale si era ritirato da tempo), i suoi autori Jimmy Van Heusen e Sammy Cahn, i tre figli e la moglie Barbara. Nel 1980 tenne un concerto allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro che entrò nel Guinness dei primati: mai ad un concerto di un singolo cantante erano accorse così tante persone: secondo stime ufficiali, allo spettacolo assistettero, pagando il biglietto, circa 175.000 persone.

Trilogy: Past, Present and Future

Nel 1980, sei anni dopo l'ultimo disco, Sinatra registrò in sala d'incisione l'album Trilogy: Past, Present and Future, che lo rilanciò nell'immagine e nello stile, con nuove canzoni e arrangiamenti. Tra le canzoni contenute nella raccolta, composta da tre dischi, ci sono la celeberrima Theme from New York, New York, Something, scritta da George Harrison, You and Me e It Had to Be You. Grazie al lavoro dei suoi collaboratori di lunga data come Billy May, Gordon Jenkins e Don Costa, l'album venne candidato al Grammy Award e lo vinse nel 1981.

Nel gennaio 1982, ad un concerto di beneficenza organizzato dai Rockefeller a New York City, cantò per la prima volta accanto al tenore Luciano Pavarotti. Tra i due nacque una grande amicizia, coltivata negli anni successivi e culminata col duetto di My Way nell'ultimo disco ufficiale di The Voice, Duets II, del 1994.

Importanti nella carriera di Frank furono anche le presenze dei suoi amici d'infanzia: i chitarristi Tony Mottola e Al Viola, gli arrangiatori Don Costa, Gordon Jenkins, Quincy Jones, il direttore d'orchestra e pianista Bill Miller, che lo accompagnò nei suoi concerti per quasi cinquant'anni, e l'arrangiatore Nelson Riddle. Negli anni ottanta Sinatra intensificò l'attività, innanzitutto moltiplicando i concerti a Las Vegas, poi esibendosi in tutti i continenti, dal Canada e USA al Brasile, dall'Argentina alla Svezia, dall'Inghilterra all'Irlanda, dalla Francia alla Germania, dalla Spagna all'Italia, al Sudafrica fino alle Filippine e al Giappone, terminando con l'Australia.

In particolare si ricordano i concerti del 1983 al Radio City Music Hall di New York, a Detroit, Dallas e Los Angeles, quelli giapponesi a Tokyo del 1985, quelli di Milano nel 1986, di Atlantic City al celebre Golden Nuggett, nel 1988 i concerti australiani di Sydney e, tra il 1987 e il 1989 i duetti con Sammy Davis Jr. e Liza Minnelli. La sua esibizione del settembre 1985 alla Carnegie Hall di New York venne definita dai critici un capolavoro, l'apice della sua potenza vocale.

I concerti in Italia (1986-1991)

The Voice aveva già cantato dal vivo per due volte in Italia; la prima volta, giovane quasi trentenne, a Roma, il 21 giugno 1944 in occasione dell'United Service Organizations summer show (spettacoli per le truppe alleate angloamericane impegnate nella Seconda Guerra mondiale), dove parteciparono anche la cantante Fay McKenzie, la ballerina Betty Yeaton, e il comico Phil Silvers.[7], presso l'allora Foro Mussolini (poi ribattezzato Foro Italico). La seconda volta, la sera di venerdì 25 maggio 1962, in occasione del concerto con il Bill Miller Sextet, al Teatro Manzoni di Milano[8].

Dopo aver cantato a Madrid, il 26 settembre 1986 Sinatra tornò ufficialmente a cantare sul suolo italiano. Quella sera, col proprio jet privato, arrivò all'aeroporto di Milano Linate e si rinchiuse nella suite dell'hotel Principe di Savoia di Milano, rifiutando interviste e conferenze stampa. La sera del giorno successivo, 27 settembre, entrò trionfalmente all'appena inaugurato ex palazzetto dello sport Palatrussardi per un concerto; ci fu il tutto esaurito, 9000 spettatori, tra cui personalità dello spettacolo e della politica; in prima fila, vi era anche Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio. Il concerto fu trasmesso in diretta dalla RAI e visto da 8 milioni di italiani.
Sinatra fu talmente entusiasta dell'accoglienza ricevuta l'anno prima, che ritornò in Italia per ben sei tappe, organizzate dall'impresario teatrale Pier Quinto Cariaggi:

  • 13 giugno 1987 allo Stadio della Favorita di Palermo (ora Stadio Renzo Barbera)
  • 16 giugno 1987 Teatro Petruzzelli di Bari
  • 18 giugno 1987 al Palazzo dello Sport EUR di Roma
  • 20 giugno 1987 all'Arena di Verona
  • 24 giugno 1987 al Palazzetto dello sport di Genova
  • 26 giugno 1987 al Covo di Nord Est, locale culto degli anni sessanta tra Portofino e Santa Margherita Ligure; tale data fu recuperata in extremis, per sostituire quella in programma al Casinò Municipale di Campione d'Italia, che non ebbe luogo a causa di una raucedine del cantante, provocata dalla pioggia del concerto a Verona e poi peggiorata. Tutti i concerti furono presentati da Marco Facchini, attore e cantante che in occasione del centesimo anniversario della nascita del mitico "Blue Eyes" gli ha dedicato un concerto-spettacolo intitolato "Stile Sinatra" all'Aditorium Parco della Musica di Roma. Sempre grazie all'impresario Cariaggi, Sinatra apparve inoltre[9] il:
  • 6 aprile 1989 al Palatrussardi di Milano, in occasione di un concerto con Liza Minnelli e Sammy Davis Jr.
  • 21 settembre 1991 ("Diamond Jubilee world tour", per i cinquant'anni di carriera) all'allora Forum di Assago di Milano, insieme a Steve Lawrence e Eyde Gormé
  • 24 settembre 1991 ("Diamond Jubilee world tour", per i cinquant'anni di carriera) al Palaghiaccio di Marino, Roma, insieme a Steve Lawrence e Eyde Gormé
  • 26 settembre 1991 ("Diamond Jubilee world tour") all'Anfiteatro di Pompei, dal quale salutò per sempre i suoi sostenitori italiani.

Leggenda vivente

Nel maggio 1988 l'orchestra ufficiale di The Voice, fino ad allora diretta da Bill Miller e che in seguito proseguirà come pianista, venne affidata al figlio Frank Sinatra Jr., che lo accompagnerà fino alle ultime esibizioni nel 1995. Ricordando a memoria tutte le registrazioni del padre, Frank Jr. lo aiutava sul palco quando il padre non ricordava le parole delle canzoni, e suggeriva i nomi degli autori e degli arrangiatori delle canzoni proposte nei concerti. Proprio la presenza del figlio fu probabilmente una delle ragioni per cui Sinatra senior continuò ad esibirsi fino a 80 anni.

Nel 1990 Sinatra festeggiò trionfalmente i 75 anni di vita e i 60 di carriera. Nel giorno della ricorrenza, il 12 dicembre dello stesso 1990, si esibì in concerto alla Byrne Meadowlands Arena di East Rutherford, nel nativo New Jersey, davanti a sessantamila persone in delirio, che alla fine intonarono in coro "Happy Birthday", facendo commuovere Old blue eyes Video. Nel party successivo al concerto, Sinatra intrattenne gli ospiti duettando per l'ultima volta con Ella Fitzgerald in The Lady Is a Tramp, prima del ritiro di quest'ultima per gravi motivi di salute. Lo stesso cantante annunciò, durante una conferenza stampa tenutasi nei giorni successivi nella sua residenza di Malibù, che avrebbe inaugurato, a partire dal gennaio 1991, il Diamond Jubilee Tour, ovvero una serie di concerti tenuti in tutto il mondo per festeggiare appunto i cinquant'anni di carriera.

Prima tappa fu Miami e, a seguire, tutti gli Stati Uniti a gennaio e in febbraio, poi Sydney, Brisbane e Melbourne (in Australia), e Yokohama (Giappone) a marzo, per ritornare poi a Las Vegas, dove aveva contratti con diversi casinò, e nuovamente in Europa in autunno: dapprima in Belgio, poi in Italia per i tre concerti di Milano, Roma e Pompei, le successive tappe scandinave a Oslo e al palazzo del ghiaccio di Malmö in Svezia, le tappe di Parigi, Francoforte, dei Paesi Bassi e infine le tre date a Dublino, in Irlanda, ad ottobre. A novembre ritornò in America e si divise tra il Canada, Toronto, il Radio City Music Hall di New York e ancora l'amatissima Las Vegas, precisamente al "Desert Inn e al "Riviera Hotel".

Tra il maggio e il giugno 1992 concluse ufficialmente il Diamond Jubilee Tour con 6 concerti "tutto esaurito" alla Royal Albert Hall di Londra, esibendosi anche ad Atene e allo stadio Camp Nou di Barcellona[10]. Nel 1993 è in tour nuovamente nei casinò di Las Vegas e Atlantic City, esibendosi, nel mezzo, in gran parte degli Stati Uniti. In giugno ritornò per l'ultima volta in Europa con un concerto in Svezia, a Göteborg, e per ben cinque date in Germania, a Dortmund, Amburgo, Berlino, Stoccarda e Colonia, in modalità open air. Ritornò poi definitivamente negli Stati Uniti e, alla fine dell'anno, si esibì tra la California e l'Arizona, cantando anche al nuovo Casinò-Hotel MGM Grand di Las Vegas.

Sempre negli anni novanta Sinatra incise, per la sua vecchia casa discografica Capitol Records, due album di duetti che vendettero milioni di copie, cantando con star internazionali come Barbra Streisand, Neil Diamond, Tony Bennett e Stevie Wonder. Straordinario successo ebbero anche i video dei duetti tra Frank Sinatra e Bono Vox degli U2, che si esibirono con la canzone di Cole Porter I've Got You Under My Skin, che Sinatra aveva registrato per la prima volta nel 1946, e quelli con Aretha Franklin in What now my love e con Anita Baker in Witchcraft. Tra il 1990 e il 1994, complice anche il Diamond Jubilee World Tour, colleziona quasi 350 performance in tutto il globo.

Gli ultimi acuti

Con il passare degli anni, il suo successo venne funestato da continui lutti: nel 1990 morirono il fidato compositore Jimmy Van Heusen, l'amico Sammy Davis Jr. e Ava Gardner; nel 1993 scomparve il paroliere Sammy Cahn. Nel 1994 scomparvero Antônio Carlos Jobim e l'altro compositore Jule Styne, autore, tra le altre di Guess I'll Hang My Tears Out to Dry.

Il 1994, per Sinatra fu l'anno della fine dei concerti dal vivo. Continuò a calcare i palcoscenici di mezza America, prediligendo comunque ancora Las Vegas e Atlantic City. Ad aprile entrò per l'ultima volta a New York, sul palco del Radio City Music Hall per tre serate di tutto esaurito; a giugno si imbarcò nuovamente per un concerto nelle Filippine, dove, nel caldo equatoriale, cantò per quattro date consecutive. Tra l'estate e l'autunno dello stesso anno era di ritorno negli Stati Uniti, e si esibì al Sands di Atlantic City, al Foxwoods Casino di Ledyard, nel Connecticut, in Missouri a Saint Louis, e a Chicago dove, nel United Center, registrò il tutto esaurito con 18.000 spettatori alla fine di ottobre.

Nel frattempo Sinatra maturò la decisione di ritirarsi dalle scene, convinto dalla crescente fatica nel tenere ritmi così alti di lavoro. Così a dicembre, poco dopo aver compiuto 79 anni, per l'ultima volta varcò i confini nazionali volando in Giappone, a Fukuoka, dove cantò per l'ultima volta in concerti veri e propri per due date, il 19 e 20 dicembre 1994. Furono serate nelle quali sembrava avesse ritrovato la grinta dei tempi migliori; magistrale fu la sua interpretazione di My Way alla fine dell'ultimo spettacolo, dopodiché annunciò che sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbero visto cantare su un palco.

A giugno, in occasione dell'inizio dei mondiali di calcio americani al Dodger Stadium di Los Angeles, si esibì davanti a un folto pubblico: tra i presenti vi erano anche Gene Kelly, Luciano Pavarotti, José Carreras e Placido Domingo. Nel febbraio 1995 si esibì in un breve concerto, davanti a 1200 ospiti selezionati, per la serata di chiusura della stagione del Frank Sinatra Desert Classic golf tournament, nel quale eseguì alcune delle sue più celebri canzoni. Alcuni giornalisti della rivista statunitense Esquire Magazine riferirono che Sinatra cantò con voce chiara, intonata e forte, qualità che, data l'età, erano mancate sempre più spesso. Nel marzo 1995 gli venne consegnato il Grammy per l'album Duets II, riconoscimento che sanciva anche una carriera ineguagliabile[11].

Nel novembre dello stesso anno si tenne una festa all'auditorium di Los Angeles, per i suoi ottant'anni. Vi parteciparono tra gli altri: Tony Bennett, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Gregory Peck, Bono Vox, Angela Lansbury, Johnny Depp, Tom Cruise, Arnold Schwarzenegger, Little Richard, Debbie Reynolds, Tom Selleck, Steve Lawrence, Eydie Gormé e Robert Wagner. L'evento, intitolato Sinatra: 80 Years My Way, fu trasmesso sui canali televisivi statunitensi e venne seguito da quasi 150 milioni di persone.

Sinatra non volle invitare alla festa l'amico Dean Martin, oramai malato e prossimo alla morte, che avvenne poche settimane dopo, nel giorno di Natale del 1995. The Voice, da quel momento, cadde in una progressiva forma di depressione che lo accompagnò negli ultimi anni della sua vita. Secondo un'altra versione dei fatti, invece, i rapporti tra i due si incrinarono proprio in occasione della morte del figlio di Dean: Sinatra, Martin e Sammy Davis jr. erano in tournée e alla notizia della tragedia Martin la interruppe, contro il volere di Sinatra che non lo perdonò.

Il declino fisico e la morte

Frank Sinatra è vissuto per quasi ottantatré anni. Non lo avevano provato né i frenetici ritmi di lavoro a Las Vegas nei primi anni sessanta - quando di giorno lavorava sui set cinematografici e alla sera si esibiva fino alle due di notte con gli spettacoli del Rat Pack, dormendo meno di tre ore a notte - né i due pacchetti di sigarette che fumò ogni giorno per quasi settant'anni, né la bottiglia di whisky che assumeva quotidianamente, né le tournée mondiali, specialmente negli ultimi vent'anni di carriera.

Nonostante avesse avuto banali problemi di memoria, a causa dei quali, a partire dal 1987, dovette farsi installare video wall durante i concerti per ricordare i testi delle canzoni, e problemi fisici (nel 1986 gli venne asportato un tumore benigno all'intestino; nel marzo 1994, invece, durante un finale di concerto a Richmond in Virginia, mentre intonava l'ultima strofa di My Way, per il caldo subì un brusco abbassamento di pressione, si girò verso il figlio che dirigeva l'orchestra e gli urlò, radunando le ultime forze "Get me a chair! ", "datemi una sedia!", prima di collassare per alcuni minuti) dalla fine del 1996 incominciò a soffrire di gravi problemi cardiovascolari.

Dopo un'ultima apparizione pubblica, il 26 ottobre 1996, e la definitiva uscita dalle scene, Frank si ritirò a Malibù in una casa sulla spiaggia, con vista sull'oceano. Venne colpito da tre infarti tra il dicembre 1996 e i primi mesi del 1997, (il primo dei quali poche settimane dopo l'ultima apparizione in pubblico), da un ictus e infine, secondo alcune voci mai confermate, gli venne diagnosticato anche un cancro. Ormai gravemente debilitato da un anno e mezzo di agonia, nella tarda serata del 14 maggio 1998 un quarto infarto lo stroncò per sempre. Assistito dai familiari in una camera del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, a modo suo, come recita My Way, si dice che abbia chiesto di staccare la spina della macchina che lo teneva in vita, sorridendo per l'ultima volta alla moglie Barbara.

Sul sito della famiglia Sinatra, i suoi figli comunicarono che le ultime parole del padre furono queste: "I'm losing", "Sto perdendo".[12] Tutte le principali reti tv americane interruppero le trasmissioni con edizioni speciali dedicate alla morte di Sinatra. Il funerale venne trasmesso da quasi 100 canali televisivi in tutto il mondo.[13] La sua morte segnò la fine di un'era che lo aveva portato ad essere una delle più grandi star del XX secolo. Per rendere onore alla sua figura d'artista, nella notte tra il 14 e il 15 maggio tutte le luci di Las Vegas si spensero per la prima e unica volta. A New York, l'Empire State Building si illuminò di blu, in omaggio a Old Blue Eyes

Il funerale di Sinatra fu celebrato il pomeriggio del 20 maggio, nella chiesa cattolica di Beverly Hills[14], alla presenza di 400 amici. Gregory Peck, Diahann Carroll, Don Rickles, Milton Berle, Debbie Reynolds, Tony Bennett (che cantò alla cerimonia su richiesta di Sinatra), Joey Bishop, Kirk Douglas, Jack Nicholson, Sophia Loren e molti altri gli resero omaggio un'ultima volta. Fu sepolto a fianco dei suoi genitori nel piccolo cimitero di Cathedral City, il Desert Memorial Park, sotto una semplice lapide rettangolare di pietra, sulla quale è inciso "The best is yet to come" (Il meglio deve ancora venire), titolo di uno dei suoi maggiori successi.

Successivamente alla sua morte, si aprì una contesa tra la vedova Barbara e il figlio da lei avuto da un precedente matrimonio, e i tre figli di Sinatra, Nancy, Frank Jr. e Christina, per entrare in possesso dell'ingente patrimonio dell'artista, all'epoca stimato intorno al miliardo di dollari, oltre una decina di limousine, un jet privato, ampi terreni sparsi tra la California e la Florida, lo Stardust, noto casinò di Las Vegas, e molte proprietà immobiliari, tra cui la villa di Rancho Mirage con relativo appezzamento, quella a Barbados e quella nelle Hawaii[15].

Stile musicale

Prima vera celebrità della musica popolare[16] nonché maggiore cantante popolare americano del Novecento,[17] Frank Sinatra ha mantenuto lungo tutta la sua carriera un repertorio jazz e pop[1][2] molto sofisticato e che esprime la sua personalità sfaccettata e complessa.[2] Si immedesima sovente con le atmosfere rilassate e meditative, a volte sofferte, delle ballata[1][18] e 'adotta' l'orchestra[17] ma è principalmente noto per la voce calda e profonda[18] dal fraseggio caratterizzato da glissandi,[19] e dal timbro al contempo aristocratico e popolare.[17] Si ispira a Billie Holiday e soprattutto a Bing Crosby,[16][18] da cui riprende lo stile di canto crooning.[18] Tuttavia, qualcuno sottolinea che "a differenza di Crosby, che si rivolgeva soprattutto alle famiglie, Sinatra parlava all'America".[19] Durante gli anni cinquanta, considerato il periodo migliore dell'artista,[17] ha pubblicato i brani mesti e raccolti di In the Wee Small Hours (1955), primo esempio della sua maturità espressiva[16] e quelli di Sings for Only the Lonely (1958), dalle atmosfere maestose e ispirato a Chopin, Rachmaninov, Ravel e Debussy[16] più vari omaggi al genere swing come confermano Swing Easy! (1954), Songs for Swinging Lovers (1956) e A Swingin' Affair! (1957).[16] La sua discografia presenta anche riferimenti alla bossa nova (Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim, 1967),[19] alla musica latinoamericana (Moonlight Sinatra, 1965),[20] al pop (The World We Know, 1967; My Way, 1969),[21][22] nonché incursioni più sperimentali (Trilogy: Past, Present & Future, 1979)[23] e album natalizi (Christmas Songs By Sinatra, 1948; A Jolly Christmas from Frank Sinatra, 1957; The Sinatra Christmas Album, 1963). AllMusic classifica il cantante con varie espressioni di musica pop, jazz e come artista "show tunes" e "AM pop";[1] altri lo hanno definito un artista di "blues bianco".[2]

Vita privata

Sinatra si sposò quattro volte, ma molti furono i flirt con donne belle e famose attribuitigli dalla cronaca rosa: Lauren Bacall, Grace Kelly, Angie Dickinson e Victoria Principal. Si parlò anche di una sua relazione con Raffaella Carrà, la quale apparve in una piccola parte nel film Il colonnello Von Ryan (1965), dove Sinatra era protagonista. Egli fece delle avances anche ad un'altra attrice italiana, Virna Lisi (sua collega di set nel film U-112 assalto al Queen Mary del 1966), ma l'attrice marchigiana, all'epoca già sposata, le respinse nettamente.

La prima moglie fu Nancy Barbato, con la quale si conosceva già da ragazzi. Dal loro matrimonio, durato dal 1939 al 1951, nacquero i tre figli di Sinatra: Nancy (1940), Frank Jr. (1944-2016), protagonista anche di un sequestro lampo nel '63 messo in atto da un ex compagno di scuola del ragazzo, il quale chiese a Sinatra un riscatto di 250.000$ (Frank Jr. venne rilasciato dopo due giorni passati nel baule di una macchina); e Tina (1948). Il 7 novembre 1951, appena nove giorni dopo avere ottenuto il divorzio dalla Barbato, Sinatra si sposò con l'attrice Ava Gardner, con la quale viveva già da un paio d'anni e che era stata la causa della rottura del suo matrimonio. La loro unione, costellata di violenti litigi e tradimenti reciproci, non durò molto a lungo: si separarono poco tempo dopo, nel 1953, e divorziarono nel 1957.

La terza moglie di Frank Sinatra fu l'attrice Mia Farrow. I due si sposarono nel 1966, ma divorziarono due anni più tardi, a causa di un film che la Farrow non aveva ancora finito di girare e che quindi non le consentiva di far parte del cast del film che Sinatra avrebbe dovuto girare con lei. L'avvocato arrivò sul set dove la Farrow stava girando con i documenti del divorzio, che lei firmò incredula e sbigottita senza dire una parola. Secondo dichiarazioni della Farrow, ripresero a frequentarsi anche anni dopo, tanto che Ronan, figlio di Mia e Woody Allen, nato nel 1987, potrebbe in realtà essere figlio di Sinatra, e non del regista newyorchese[24].

Nel 1976 Sinatra sposò la sceneggiatrice Barbara Blakely, ex moglie di Zeppo Marx, e il loro matrimonio durò oltre vent'anni, fino alla morte di Sinatra.

Amici

Frank Sinatra è stato, fin dalla presidenza di Franklin Delano Roosevelt, un personaggio che ha potuto influenzare, in diversa misura, le elezioni americane, grazie alla presa "magnetica" che aveva sui numerosissimi ammiratori. Una delle campagne elettorali alle quali si dedicò con maggior impegno fu quella dell'amico John Fitzgerald Kennedy. Fu lui a presentare al presidente l'attrice Marilyn Monroe, con cui strinse amicizia. La notizia della morte del presidente, nel 1963, raggiunse Sinatra sul set di un film che stava girando con il Rat Pack; il cantante si chiuse nel suo camper per diversi giorni, a causa dell'enorme sconforto dovuto alla perdita dell'amico.

Richard Nixon fu un grande ammiratore di Sinatra. Nei 5 anni di presidenza i due cenarono insieme alla Casa Bianca almeno 5-6 volte ogni anno. Di grande amicizia è stato anche il rapporto tra Sinatra e Ronald Reagan. I due si erano conosciuti negli anni quaranta a Hollywood, quando entrambi lavoravano per il cinema. Nel 1976 Reagan volle interrompere la campagna elettorale per essere presente al matrimonio del suo amico con Barbara. Tra il 1980 e il 1988 Sinatra si esibì più volte alla Casa Bianca, chiamato dal presidente in occasione di visite di capi di Stato e importanti personaggi della politica.

Lo scandalo della porta sbagliata

Sinatra fu moltissime volte al centro di critiche pubbliche e di scandali. Ad esempio, mentre accompagnava Judy Garland, nel 1954 aggredì l'addetto stampa Jim Byron solo perché gli aveva chiesto chi fosse la donna che accompagnava. Questo caso divenne ben presto di dominio pubblico.

Ancora più famoso è lo scandalo cosiddetto "della porta sbagliata", in cui fu coinvolto insieme a Joe DiMaggio. DiMaggio stava soffrendo per via del divorzio con Marilyn Monroe, ed era venuto a sapere dal suo investigatore che Marilyn si drogava e aveva una relazione lesbica. Volendo coglierla sul fatto, chiese a Sinatra di accompagnarlo in un palazzo di West Hollywood dove, secondo l'investigatore, si svolgevano i fatti. I due irruppero in un appartamento terrorizzando una donna sconosciuta, che poi sporse denuncia, senza trovare traccia né di droga, né di Marilyn. Sinatra dichiarò di non essere entrato nella stanza e di aver aspettato in macchina. Il fatto fu gonfiato dalle riviste scandalistiche, prima fra tutte Confidential.

Curiosità

  • La scaletta delle canzoni selezionate nei concerti dal vivo di Sinatra ha sempre subito variazioni durante i vari decenni. Durante gli ultimi anni però, dal 1990 al 1991, si stabilizzò in questi canoni:
    • La fanfara con introduzione dell'orchestra;
    • Performance di un intrattenitore/comico
    • Introduzione di Frank Sinatra: "Ladies and Gentlemen, Francis Albert Sinatra" oppure "Ladies and Gentlemen, Old Blue Eyes";
    • Canzone di avvio, a scelta tra Come Fly with Me o I've Got the World on a String
    • Vecchi classici e cover, All or Nothing at All, You Make Me Feel so Young, Come Rain or Come Shine, For Once in My Life
    • Parte centrale, la più suscettibile di variazione, con Fly Me to the Moon, I've Got You Under My Skin, Strangers in the Night, Embreaceable You, My Funny Valentine, Luck Be a Lady, Mack the Knife, What Now My Love, Where or When, The Best Is Yet to Come, Moonlight in Vermont, I've Got a Crush on You, a rotazione;
    • Parte finale, con una saloon song a scelta tra Angel Eyes, One for My Baby o Guess I'll Hang My Tears out to Dry che precede poi i pezzi da novanta, My Way e New York, New York, solitamente intervallati da Summer Wind.
  • Nel corso della sua lunghissima carriera, Frank Sinatra incise all'incirca 2200 canzoni, vendendo, secondo un comunicato ufficiale, circa 600 milioni di dischi in tutto il mondo.[25] Stranamente, però, arrivò al primo posto nella classifica dei singoli pochissime volte: nel 1965 con Somethin' Stupid, cantata in coppia con la figlia Nancy, nel 1966 con Strangers in the Night, nel 1969 con My Way. I veri grandi successi di Sinatra sono stati i suoi Concept album fin dagli anni cinquanta.
  • Nel 1984 Sinatra si apprestava a registrare uno degli ultimi album della sua carriera, L.A. Is My Lady. Durante le prove di un brano entrò in studio Michael Jackson. L'incontro fu organizzato dal musicista e discografico Quincy Jones, collaboratore fin dagli anni cinquanta di Sinatra e produttore di Jackson durante gli anni ottanta. Il cantante di Billie Jean assistette alla registrazione dal vivo di un brano da parte di Sinatra. Michael disse: "Ho voluto assistere a questa sessione perché è un momento speciale in cui non voglio mancare, un'occasione unica: ne ho approfittato ed è come un sogno diventato realtà".
  • Come attore, Frank Sinatra interpretò cinquantatré film. Il primo fu Higher and Higher del 1944, mentre l'ultima partecipazione fu in La corsa più pazza d'America 2 nel 1984. Da citare, come curiosità, un suo cameo nel film Il giro del mondo in 80 giorni, con David Niven, dove appare per qualche istante nel ruolo di un pianista, e la sua partecipazione nel 1987 come guest star ad un episodio di Magnum, P.I., con Tom Selleck.
  • Gli ultimi concerti di Sinatra in Italia si tennero, con la collaborazione di Steve Lawrence e Eydie Gormè, tra il 21 e il 26 settembre del 1991, durante il Diamond Jubiliee Tour. Il 21 si esibì al Mediolanum Forum, vicino Milano, il 24 al Palaghiaccio di Marino, Roma, e la data del 26 si concluse con una trionfale standing ovation al termine del concerto al Teatro Grande di Pompei, nei pressi di Napoli.
  • In occasione dei suoi tour italiani, Sinatra amava frequentare Genova che sentiva come la città delle sue origini, soprattutto per questioni familiari, essendo anche tifoso del Genoa[26]. Per questo motivo, secondo quanto riferito da Giorgio Calabrese, Sinatra chiese espressamente di essere sepolto con indosso una cravatta rossoblù.
  • Nel 1992 Sinatra insultò pubblicamente la collega cantante Sinead O'Connor, che durante un'esibizione aveva rifiutato di cantare l'inno americano, e colpevole anche di aver strappato in diretta una foto del Papa. The Voice dichiarò che l'avrebbe presa volentieri a calci nel culo.
  • Il cantante britannico Robbie Williams, che ha pubblicato un album, Swing When You're Winning, dove sono presenti le migliori canzoni jazz e swing degli anni cinquanta, sessanta e settanta, ha dichiarato di avere poteri soprannaturali, e che può mettersi in contatto con Frank Sinatra. Infatti, ha dichiarato l'artista, prima di pubblicare l'album ha chiesto il permesso a The Voice[27].
  • Il cantante Holly Johnson del gruppo musicale Frankie Goes to Hollywood dichiarò che il nome fu dato in merito ad una notizia trovata su una vecchia copia della rivista The New Yorker. Il titolo dell'articolo era appunto Frankie (Sinatra) va a Hollywood.[28]
  • Nel film Manhattan, Woody Allen cita Sinatra nel suo personale elenco delle "cose per cui vale la pena vivere".
  • Nel film Space Cowboys la canzone "Fly me to the moon" accompagna il finale e i titoli di coda.
  • Viene citato nel film Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York.

Filmografia

  • Las Vegas Nights, regia di Ralph Murphy (1941)
  • Rotta sui Caraibi (Ship Ahoy), regia di Edward Buzzell (1942) (non accreditato)
  • Reveille with Beverly, regia di Charles Barton (1943)
  • Il denaro non è tutto (Higher and Higher), regia di Tim Whelan (1943)
  • Hotel Mocambo (Step Lively), regia di Tim Whelan (1944)
  • Due marinai e una ragazza (Anchors Aweigh), regia di George Sidney (1945)
  • Nuvole passeggere (Till the Clouds Roll By), regia di Richard Whorf (1946)
  • Accadde a Brooklyn (It Happened in Brooklyn), regia di Richard Whorf (1947)
  • Il miracolo delle campane (The Miracle of the Bells), regia di Irving Pichel (1948)
  • Il bacio del bandito (The Kissing Bandit), regia di László Benedek (1948)
  • Facciamo il tifo insieme (Take Me Out to the Ball Game), regia di Busby Berkeley (1949)
  • Un giorno a New York (On the Town), regia di Stanley Donen e Gene Kelly (1949)
  • Lasciami sognare (Meet Danny Wilson), regia di Joseph Pevney (1951)
  • Questi dannati quattrini (Double Dynamite), regia di Irving Cummings (1951)
  • Da qui all'eternità (From Here to Eternity), regia di Fred Zinnemann (1953)
  • Gangsters in agguato (Suddenly), regia di Lewis Allen (1954)
  • Tu sei il mio destino (Young at Heart), regia di Gordon Douglas (1954)
  • Nessuno resta solo (Not as a Stranger), regia di Stanley Kramer (1955)
  • Bulli e pupe (Guys and Dolls), regia di Joseph L. Mankiewicz (1955)
  • Il fidanzato di tutte (The Tender Trap), regia di Charles Walters (1955)
  • L'uomo dal braccio d'oro (The Man with the Golden Arm), regia di Otto Preminger (1955)
  • Alta società (High Society), regia di Charles Walters (1956)
  • Johnny Concho, regia di Don McGuire (1956)
  • Il giro del mondo in 80 giorni (Around the World in Eighty Days), regia di Michael Anderson (1956)
  • Orgoglio e passione (The Pride and the Passion), regia di Stanley Kramer (1957)
  • Il jolly è impazzito (The Joker Is Wild), regia di Charles Vidor (1957)
  • Pal Joey, regia di George Sidney (1957)
  • Cenere sotto il sole (Kings Go Forth), regia di Delmer Daves (1958)
  • Qualcuno verrà (Some Came Running), regia di Vincente Minnelli (1959)
  • Un uomo da vendere (A Hole in the Head), regia di Frank Capra (1959)
  • Sacro e profano (Never So Few), regia di John Sturges (1959)
  • Can-Can, regia di Walter Lang (1960)
  • Colpo grosso (Ocean's Eleven), regia di Lewis Milestone (1960)
  • Il diavolo alle 4 (The Devil at 4 o'clock), regia di Mervyn LeRoy (1961)
  • Tre contro tutti (Sergeants 3), regia di John Sturges (1962)
  • Va' e uccidi (The Manchurian Candidate), regia di John Frankenheimer (1962)
  • I cinque volti dell'assassino (The List of Adrian Messenger), regia di John Huston (1963)
  • Alle donne ci penso io (Come Blow Your Horn), regia di Bud Yorkin (1963)
  • I 4 del Texas (4 for Texas), regia di Robert Aldrich (1963)
  • I 4 di Chicago (Robin and the 7 Hoods), regia di Gordon Douglas (1964)
  • La tua pelle o la mia (None but the Brave), regia di Frank Sinatra (1965)
  • Il colonnello Von Ryan (Von Ryan's Express), regia di Mark Robson (1965)
  • Patto a tre (Marriage on the Rocks), regia di Jack Donohue (1965)
  • Combattenti della notte (Cast a Giant Shadow), regia di Melville Shavelson (1966)
  • U-112 assalto al Queen Mary (Assault on a Queen), regia di Jack Donohue (1966)
  • Colpo su colpo (The Naked Runner), regia di Sidney J. Furie (1967)
  • L'investigatore (Tony Rome), regia di Gordon Douglas (1967)
  • Inchiesta pericolosa (The Detective), regia di Gordon Douglas (1968)
  • La signora nel cemento (Lady in Cement), regia di Gordon Douglas (1968)
  • Dingus, quello sporco individuo (Dirty Dingus Magee), regia di Burt Kennedy (1970)
  • C'era una volta Hollywood (That's Entertainment!), regia di Jack Haley jr. (1974)
  • Hollywood Hollywood, regia di Gene Kelly (1976)
  • Delitti inutili (The First Deadly Sin), regia di Brian G. Hutton (1980)
  • La corsa più pazza d'America 2 (Cannonball Run II), regia di Hal Needham (1984)
  • Young At Heart, regia di Tina Sinatra (1995)
  • Sinatra: All or Nothing at All, regia di Alex Gibney (2015), film documentario sulla carriera e la vita di Frank Sinatra

Sinatra e i Beatles

  • Frank Sinatra e i Beatles sono stati legati dal punto di vista musicale. Infatti, Ol'Blue Eyes ha interpretato vari brani del gruppo musicale britannico, tra i quali Something, Yesterday e altri.
  • Il compositore Bert Kaempfert, autore di alcuni dei grandi successi di Sinatra tra cui Strangers in the Night e The World We Knew, ha avuto un ruolo fondamentale nell'avvio della carriera del gruppo di Liverpool.

Discografia

Sinatra autore

Sinatra è accreditato come autore di alcune canzoni, in cui contribuì principalmente al testo[29]:

  • I'm a Fool to Want You
  • Mistletoe and Holly
  • Mr. Success
  • Peachtree Street
  • Sheila
  • Take My Love
  • This Love Of Mine

Riconoscimenti cinematografici

  • The House I Live In (1945), 1948, Oscar Onorario - il singolo omonimo del 1946 per la Columbia vince il Grammy Hall of Fame Award 1998
  • Da qui all'eternità, 1953, Premio Oscar
  • L'uomo dal braccio d'oro, 1955, nomination al Premio Oscar
  • Pal Joey, 1957, Golden globe
  • Premio Jean Hersholt nel 1971 per meriti umanitari.

Doppiatori italiani

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Sinatra è stato doppiato da:

  • Stefano Sibaldi in Accadde a Brooklyn, Un giorno a New York, Facciamo il tifo insieme, Da qui all'eternità, Tu sei il mio destino, Due marinai e una ragazza/Canta che ti passa, Nessuno resta solo, L'uomo dal braccio d'oro, Bulli e pupe, Alta società, Il fidanzato di tutte, Gangsters in agguato, Johnny Concho, Hotel Mocambo, Il miracolo delle campane, Bulli e pupe
  • Giuseppe Rinaldi in Il bacio del bandito, Pal Joey, Il jolly è impazzito, Cenere sotto il sole, Qualcuno verrà, Sacro e profano, Colpo grosso, Tu sei il mio destino (ridoppiaggio TV 1984), Il diavolo alle quattro, Va' e uccidi, I quattro del Texas, Colpo su colpo, La signora del cemento, Delitti inutili, Inchiesta pericolosa, Alle donne ci penso io, Un uomo da vendere, Tre contro tutti
  • Nando Gazzolo in Orgoglio e passione, Patto a tre, Il colonnello Von Ryan, Can Can
  • Renato Izzo in Dingus, quello sporco individuo
  • Pino Locchi in Combattenti della notte
  • Diego Reggente in U-112 - Assalto alla Queen Mary
  • Marco Mete in Il denaro non è tutto (doppiaggio tardivo)
  • Claudio Capone in Due marinai e una ragazza/Canta che ti passa (ridoppiaggio TV 1982)
  • Francesco Prando in Gangster in agguato (ridoppiaggio)
  • Pino Insegno in Johnny Concho (ridoppiaggio)

Onorificenze

Onorificenze statunitensi

Medaglia Presidenziale della Libertà
— 23 maggio 1985[30]
Medaglia d'oro del Congresso
— 14 maggio 1987
Kennedy Center Honors
— 1983
Ellis Island Medal of Honor

Onorificenze straniere

Grand'Ufficiale dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica.»
— 12 marzo 1958[31]
Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Italia)
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica.»
— 27 dicembre 1977[32]
Croce d'Onore di I Classe per le scienze e per le arti (Austria)
— 1984

Nel 2015 gli è stato conferito presso la Camera dei Deputati il Premio America alla memoria della Fondazione Italia USA.

Note

  1. ^ a b c d e (EN) Frank Sinatra, su AllMusic, All Media Network.
  2. ^ a b c d (EN) Frank Sinatra: Through The Lens Of Jazz, jazztimes.com. URL consultato il 19 aprile 2017.
  3. ^ (EN) Frank Sinatra Dies at 82; Matchless Stylist of Pop, nytimes.com. URL consultato il 19 aprile 2017.
  4. ^ Frank Sinatra's Best Classic Recordings for Films Collected for 'Sinatra at the Movies' | Reuters
  5. ^ Nancy Sinatra, Frank Sinatra: An American Legend, General Publishing Group, 1995, p. 15, ISBN 978-1-881649-68-7.
  6. ^ Gildo De Stefano, Saudade Bossa Nova, Firenze 2017
  7. ^ Gildo De Stefano, The Voice - Vita e italianità di Frank Sinatra, Roma 2011
  8. ^ Setlist.fm
  9. ^ Corriere della Sera Mario, Luzzatto Fegiz, "Addio a Cariaggi, l'amico delle star," Corriere della Sera, 29 giugno, 1995. Pagina 37
  10. ^ Corriere della Sera
  11. ^ Video su youtube.com
  12. ^ Le ultime parole di Frank Sinatra lastvisibledog.org
  13. ^ Notizia della morte di Frank Sinatra youtube.com
  14. ^ (EN) Hollywood bids Sinatra last farewell, CNN, 20 maggio 1998. URL consultato il 10-4-2008.
  15. ^ Il Corriere della Sera
  16. ^ a b c d e Enzo Gentile, Alberto Tonti, Il dizionario del pop-rock, Zanichelli, 2014, pp. 1459-60.
  17. ^ a b c d Eddy Cilía, Enciclopedia Rock - '90 (quinto volume), Arcana, 2001, pp. 652-3.
  18. ^ a b c d Frank Sinatra, scaruffi.com. URL consultato il 19 aprile 2017.
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Bibliografia

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Voci correlate

  • Nancy Sinatra
  • Dottrina Sinatra
  • Rat Pack - Da Hollywood a Washington

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Collegamenti esterni

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